Di generazione in generazione: tradizione e mistica (da Andrej Tarkovskij)

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 28 /12 /2011 - 17:06 pm | Permalink | Homepage
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da Andrej Tarkovskij: «Il mio stalker è Don Chisciotte». Un’intervista di Roberto Copello al regista russo, apparsa su Avvenire del 28/12/2011 

Nei suoi film spesso la speranza pa­re affidata ai bambini...

«Sarebbe poco originale. I bambini sono importanti in quanto esprimo­no non l’idea della speranza, ma l’i­dea della tradizione, della ripetizio­ne, il dover ripetere la vita delle ge­nerazioni precedenti».

A fronte di un Occidente razionali­sta e cartesiano, l’Oriente a volte non cade nell’eccesso opposto, di un esagerato misticismo?

«Certo. Però il misticismo può esse­re eccessivo? Il pragmatismo può es­serlo, ma il misticismo o c’è o non c’è. Non esiste misticismo eccessivo. Come non può esserci bene eccessi­vo. Il bene è il bene. Un misticismo meno profondo? Non sarebbe più misticismo. In ogni caso sono più vi­cino alla visione orientale, ben più spirituale del modo di vedere occi­dentale, europeo o americano.
Prendiamo la musica classica occi­dentale: anche nei suoi più grandi rappresentanti, come Beethoven, e­sprime l’idea della personalità, la sua pretesa, il suo dolore, i suoi sen­timenti. Mentre la musica orientale esprime l’idea dell’assenza della personalità, il suo tendere a dissol­versi nell’infinito e ad appartenere a qualcosa d’altro. È un’assenza asso­luta di pragmatismo nel senso psi­cologico della parola. Ed è proprio ciò che mi attira».