Perché essere cristiani? (da T. Radcliffe)

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 16 /12 /2011 - 08:37 am | Permalink | Homepage
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da T. Radcliffe, Il punto focale del cristianesimo, San Paolo, Cinisello Balsamo, 2008, pp. 17-18

Perché essere cristiani? Dobbiamo cominciare a rispondere a questa domanda chiedendoci prima di tutto se ci sia un perché. Le nostre vite sono improntate per uno scopo ultimo che dà loro significato o no? O il cristianesimo è un tentativo di rispondere a questa domanda fondamentale, oppure non è niente. Quando giravo il mondo per andare a fare visita a confratelli e sorelle, in alcuni Paesi c’era l’abitudine di concludere la serata cantando, e io avevo paura che chiedessero a gran voce: «Timothy, facci sentire una canzone». Così ho imparato una strana canzone del XIV secolo, dell’epoca della Morte Nera, che aveva il vantaggio di essere breve e ripetitiva, e riuscivo a ricordarmi le parole, per quanto fossi frastornato. Racconta di un ragazzo che muore e viene affrontato da un cavaliere, che rappresenta il diavolo.

«Dove stai andando?», disse il cavaliere sulla strada.
«Sto andando a incontrare il mio Dio», disse il ragazzo quando si alzò.
E si alzò e si alzò e ben fu che si alzò.
«Sto andando a incontrare il mio Dio», disse il ragazzo sulla strada.

In quell’epoca la pestilenza, il diavolo tenta il ragazzo per fargli credere che la sua vita non lo porterà da nessuna parte oltre la tomba. Ma il ragazzo continua il suo viaggio «con un robusto bastone in mano». Resiste alla tentazione della disperazione e prosegue il viaggio verso il Regno. Si tratta di una domanda che tormenta molte persone al giorno d’oggi. Stiamo andando da qualche parte? Stiamo puntando a uno scopo ultimo? E se non è così, c’è davvero un significato, anche solo nell’alzarsi dal letto alla mattina? È una domanda che spesso non viene posta in modo esplicito, forse perché temiamo che la risposta possa essere negativa. È una domanda sulla possibilità di osar sperare o meno.