Ciò che si può esprimere con le parole lo si può esprimere anche con le immagini: il rifiuto cristiano dell’iconoclastia (da Tomáš Špidlík)

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 29 /08 /2007 - 21:23 pm | Permalink | Homepage
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E’ interessante notare il fatto che, tra le tre grandi religioni monoteiste, solo i cristiani facciano uso delle immagini. Nell’Antico Testamento erano severamente proibite le immagini nelle sinagoghe. Anche i musulmani hanno ripreso questa proibizione. A Costantinopoli esisteva la bellissima chiesa di Santa Sofia piena di immagini sacre dinanzi alle quali si convertivano le nazioni. Dopo l’occupazione musulmana della città, la chiesa fu tutta imbiancata, scomparvero le immagini e divenne una moschea. Ci domandano: come mai i cristiani non proibiscono l’uso delle immagini? Perché non osservano la tradizione dell’Antico Testamento? Rispondiamo: perché Dio stesso ha una immagine nella persona di Gesù Cristo. Dice infatti nel vangelo: “Chi vede me, vede Dio Padre”. E come si conosce Cristo? Il Cristo si conosce attraverso il racconto dei Vangeli. Ma, come dice la tradizione, un evangelista, San Luca, ha dipinto anche la prima immagine della Madonna. Cosa si vuol dire con questo? Si vuol dire che ciò che si può esprimere con le parole lo si può esprimere anche con le immagini, ed ambedue i modi hanno un certo vantaggio: con le parole si parla più precisamente, ma dal momento che si tratta di misteri divini, l’immagine esprime meglio, esprime di più.
(dall’omelia del Card. Špidlík, nella Celebrazione eucaristica di domenica 29 gennaio 2006, in occasione della benedizione del mosaico posto nel presbiterio della parrocchia di San Romano Martire in Roma)