La vita giusta come lettura vivente della Bibbia, da Gianfranco Ravasi
da Nel silenzio dell'ascolto sotto il segno della gioia, di Gianfranco Ravasi (l’Osservatore Romano dell’11/11/2011)
«Scriveva Ferdinand Ebner (1882-1931) che "un commento al Vangelo non si deve scrivere ma vivere. E ci sono molti più commenti viventi al Vangelo di quanto possa sembrare a prima vista". Per certi versi questo autore austriaco, prima ateo e poi ardente credente, echeggiava le parole di un agnostico esplicito come il filosofo Nietzsche che affermava: "Se la buona novella della vostra Bibbia fosse anche scritta sul vostro volto, non avreste bisogno di insistere così ostinatamente perché si creda all'autorità di questo libro: le vostre azioni dovrebbero rendere quasi superflua la Bibbia perché voi stessi dovreste essere la stessa Bibbia"».
Il cardinal Ravasi cita anche il «bel motto di san Gregorio sulla vita giusta come lettura vivente della Bibbia (viva lectio, vita bonorum)».
Ricorda anche Beckett:
«Vladimir: "Hai mai letto la Bibbia?". Estragon: "La Bibbia?... devo averci dato un'occhiata". Le battute che si scambiano i due vagabondi protagonisti del celebre dramma di Samuel Beckett Aspettando Godot (1952) esprimono un atteggiamento comune a molti: un'occhiata bisogna pur darla a questo testo così acclamato ma, come accade per i classici, poco letto».