Donna e uomo: un aiuto che gli sia simile, un aiuto contro di lui (da Enzo Bianchi)
da Enzo Bianchi, Adamo dove sei?, Qiqajon, Magnano-Bose, 1994, p. 175
[In Gen 2, al momento della creazione della donna, Dio dice riferendosi ad Adamo: “Gli voglio fare un aiuto che gli sia simile]. Il testo ebraico è aperto ad un’altra traduzione possibile, che è significativamente attestata proprio all’interno della tradizione ebraica: “aiuto contro di lui”. Dice Gen. Rabbah: «Se l’uomo lo merita, essa è un aiuto, se non essa è contro di lui» (XVII,3) e Rashi così commenta: «Se l’uomo ne sarà degno, la donna sarà per lui un aiuto; se non ne sarà degno, ella sarà contro di lui per combatterlo».
Il carattere un po’ maldestro di queste affermazioni rabbiniche non può far dimenticare la verità profonda espressa dal testo biblico: l’alterità uomo-donna comporta una conflittualità, una differenza che crea tensione. Per questo l’alterità è ciò che più ci indispone, ci disturba e infastidisce: l’uomo e la donna sono fatti l’uno per l’altro, ma al tempo stesso l’uomo è un problema per la donna e la donna è un problema per l’uomo ed è il quotidiano che fa emergere la differenza conflittuale che abita l’alterità uomo-donna.
Questa diversità e questa dimensione conflittuale vanno assolutamente accettata: la via dell’ibrido, dell’unisex, dell’androgino, che appare un dato culturale oggi diffuso, è un tentativo di misconoscere questa alterità che turba e di rimuoverla. Bisogna invece affermare e riconoscere che uomo e donna sono realmente differenti. […]
Purtroppo l’accettazione dell’altro ci fa paura, perché l’altro è portatore di un possibile conflitto con noi, è “contro di noi”. La donna, ma anche il fratello, l’altro uomo, è aiuto perché è anche “contro”. Certamente quando Sartre affermava che “l’inferno sono agli altri” esprimeva con audace lucidità una possibilità reale per tutti! O in Cristo c’è la sottomissione gli uni gli altri o gli altri sono realmente l’inferno per noi, sono per noi un pericolo, un ostacolo, una minaccia. Del resto è proprio in questo rapporto con gli altri che noi sperimentiamo, conosciamo e misuriamo la nostra e l’altrui cattiveria.
Dio trova che l’uomo non è fatto per essere solo: è uomo veramente quando è in relazione, così come la vita, per la Scrittura, è veramente tale quando la si può condividere e trasmettere.