Unità della Bibbia: l'AT e il NT hanno un unico autore (da Paolo Papone)
dalla tesi di dottorato presso la Pontificia Università Lateranense, Teologia pastorale e iconologia: l'interpretazione del chiostro romanico di Sant'Orso in Aosta, Roma, 2011, p. 184
Il Pontificale augustano della metà dell'XI secolo, nell'interrogazione del candidato all'episcopato, chiede: «Credis etiam noui et ueteris testamenti, legis prophetarum et apostolorum unum esse auctorem deum et dominum omnipotentem?»[1]. La domanda era tutt'altro che oziosa nel XII secolo, quando serpeggiavano eresie che rifiutavano tutto quel che non era vangelo (ne è testimone san Bernardo[2]), al punto che Pietro il Venerabile, abate di Cluny, scrivendo contro i seguaci di Pietro di Bruis, deve dettagliare il legame che unisce i vangeli a tutti gli altri libri della Bibbia, di modo che non risulti possibile accettare l'autorità degli uni e rifiutare quella degli altri[3].
Note al testo
[1] R. Amiet, 1975, p. 91.
[2] Bernardus Claraevallensis, Sermones in Cantica canticorum, Sermo 65, PL 183, 1090: «Sed forte non recipis Scripturam hanc. Ita est: solius Evangelii se profitentur aemulatores, et solos».
[3] Petrus Cluniacensis, Epistola sive tractatus adversus Petrobrusianos, PL 189, 719-850; Id, 1968. R. Manselli, 1983, pp. 87-100.