Una Catechesi per una formazione globale e non frantumata (da Joseph Ratzinger)
Le confusioni che il Prefetto registra nella teoogia si traducono, per lui, in gravi conseguenze per la catechesi.
Dice: «Poiché la teologia non sembra più poter trasmettere un modello comune della fede, anche la catechesi è esposta alla frantumazione, a esperimenti che mutano continuamente. Alcuni catechismi e molti catechisti non insegnano più la fede cattolica nel suo complesso armonico - dove ogni verità presuppone e spiega l'altra - ma cercano di rendere umanamente "interessanti" (secondo gli orientamenti culturali del momento) alcuni elementi del patrimonio cristiano. Alcuni passi biblici vengono messi in rilievo perché considerati "più vicini alla sensibilità contemporanea"; altri, per il motivo opposto, vengono accantonati. Dunque, non più una catechesi che sia formazione globale alla fede, ma riflessi e spunti di esperienze antropologiche parziali, soggettive».
All'inizio del 1983, Ratzinger tenne in Francia una conferenza (che fece gran rumore) proprio sulla "nuova catechesi". In quell'occasione, con la consueta chiarezza, disse tra l'altro: «Fu un primo e grave errore sopprimere il catechismo dichiarandolo sorpassato; una decisione che è stata universale in questi anni, nella Chiesa, ma ciò non toglie che sia stata erronea o, almeno, affrettata».
Mi ripete ora: «Occorre ricordarsi che sin dai primi tempi del cristianesimo appare un "nucleo" permanente e irrinunciabile della catechesi, dunque della formazione alla fede. È il nucleo, poi, utilizzato anche da Lutero per il suo catechismo, alla pari di quello Romano deciso a Trento. Tutto il discorso sulla fede, cioè, è organizzato attorno a quattro elementi fondamentali: il Credo, il Pater Noster, il Decalogo, i Sacramenti. È questa la base della vita del cristiano, è questa la sintesi dell'insegnamento della Chiesa basato su Scrittura e Tradizione. Il cristiano trova qui ciò che deve credere (il Simbolo o Credo), sperare (il Pater Noster), fare (il Decalogo) e lo spazio vitale in cui tutto questo deve compiersi (i Sacramenti). Ora questa struttura fondamentale è abbandonata in troppa catechesi attuale, con i risultati che constatiamo di disgregazione del sensus fidei nelle nuove generazioni, spesso incapaci di una visione di insieme della loro religione».
Nelle conferenze francesi raccontò di aver parlato, in Germania, con una signora che gli disse che «il figlio, scolaro delle elementari, stava apprendendo la "cristologia dei lógia del Kyrios" ma non aveva ancora sentito nulla dei sette sacramenti o dei dieci comandamenti... ».
(da Joseph Ratzinger, Rapporto sulla fede, p.72-73)
Dice: «Poiché la teologia non sembra più poter trasmettere un modello comune della fede, anche la catechesi è esposta alla frantumazione, a esperimenti che mutano continuamente. Alcuni catechismi e molti catechisti non insegnano più la fede cattolica nel suo complesso armonico - dove ogni verità presuppone e spiega l'altra - ma cercano di rendere umanamente "interessanti" (secondo gli orientamenti culturali del momento) alcuni elementi del patrimonio cristiano. Alcuni passi biblici vengono messi in rilievo perché considerati "più vicini alla sensibilità contemporanea"; altri, per il motivo opposto, vengono accantonati. Dunque, non più una catechesi che sia formazione globale alla fede, ma riflessi e spunti di esperienze antropologiche parziali, soggettive».
All'inizio del 1983, Ratzinger tenne in Francia una conferenza (che fece gran rumore) proprio sulla "nuova catechesi". In quell'occasione, con la consueta chiarezza, disse tra l'altro: «Fu un primo e grave errore sopprimere il catechismo dichiarandolo sorpassato; una decisione che è stata universale in questi anni, nella Chiesa, ma ciò non toglie che sia stata erronea o, almeno, affrettata».
Mi ripete ora: «Occorre ricordarsi che sin dai primi tempi del cristianesimo appare un "nucleo" permanente e irrinunciabile della catechesi, dunque della formazione alla fede. È il nucleo, poi, utilizzato anche da Lutero per il suo catechismo, alla pari di quello Romano deciso a Trento. Tutto il discorso sulla fede, cioè, è organizzato attorno a quattro elementi fondamentali: il Credo, il Pater Noster, il Decalogo, i Sacramenti. È questa la base della vita del cristiano, è questa la sintesi dell'insegnamento della Chiesa basato su Scrittura e Tradizione. Il cristiano trova qui ciò che deve credere (il Simbolo o Credo), sperare (il Pater Noster), fare (il Decalogo) e lo spazio vitale in cui tutto questo deve compiersi (i Sacramenti). Ora questa struttura fondamentale è abbandonata in troppa catechesi attuale, con i risultati che constatiamo di disgregazione del sensus fidei nelle nuove generazioni, spesso incapaci di una visione di insieme della loro religione».
Nelle conferenze francesi raccontò di aver parlato, in Germania, con una signora che gli disse che «il figlio, scolaro delle elementari, stava apprendendo la "cristologia dei lógia del Kyrios" ma non aveva ancora sentito nulla dei sette sacramenti o dei dieci comandamenti... ».
(da Joseph Ratzinger, Rapporto sulla fede, p.72-73)