Solitudine e pietà (da Vittorio Sermonti)
Dalla turba dei dannati che ondeggia nel buio non s’alzano due voci che s’accordino. Ognuno soffre per sé. La solitudine è l’estrema sanzione della pena. Ma nessuna paratia di pietra o di fuoco, nessun raccapriccio statuario tagliano fuori Dante-pellegrino dalla indistinta baraonda di tante solitudini dannate.
(da Vittorio Sermonti, L’Inferno di Dante, Rizzoli, Milano, 2004, Canto III, p.61)
(da Vittorio Sermonti, L’Inferno di Dante, Rizzoli, Milano, 2004, Canto III, p.61)