Il Procedere sbilenco, il misterioso zoppicare dell'uomo (da Henri de Lubac)
Sull'affermazione di san Bonaventura: «Nulla che sia inferiore a Dio può accontentare l'uomo», de Lubac commenta: «Da ciò deriva, in questa creatura a parte, tale "costituzione ontologica instabile", che la fa nello stesso tempo più grande e più piccola di se stessa. Da questo deriva questa specie di procedere sbilenco, questo misterioso zoppicare, che non è soltanto del peccato, ma prima ancora e più radicalmente proprio d'una creatura fatta di nulla, che, stranamente, confina con Dio: Deo mente consimilis. Nello stesso tempo, indissolubilmente, "nulla" e "immagine"; radicalmente nulla, e tuttavia sostanzialmente immagine: Esse imaginem non est homini accidens, sed potius substantiale. Per la sua stessa creazione, l'uomo è "compagno di schiavitú" di tutta la natura; ma allo stesso tempo, per il suo carattere d'immagine - in quantum est ad imaginem Dei - è "capace della conoscenza beatifica", ed ha ricevuto, nel fondo di se stesso, come diceva Origene, "il precetto della libertà"».
(da Henri de Lubac, citato nell'articolo Contro Hitler a partire da Tommaso, di Michele Dolz, pubblicato da Avvenire del 5 luglio 2007)
(da Henri de Lubac, citato nell'articolo Contro Hitler a partire da Tommaso, di Michele Dolz, pubblicato da Avvenire del 5 luglio 2007)