Una Fede che si dimostri pertinente alla vita reale (da Franco Nembrini)

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 13 /06 /2007 - 23:44 pm | Permalink | Homepage
- Segnala questo articolo:
These icons link to social bookmarking sites where readers can share and discover new web pages.
  • email
  • Facebook
  • Google
  • Twitter

Il di più che Gesù ha portato nella vita è semplicemente l’io, l’io, una persona che prima non c’era, una coscienza di sé e delle cose che prima non c’era, e che era quello che io stavo cercando...
Se è così l’azione missionaria del cristiano e della Chiesa tutta non può che consistere in una coraggiosa testimonianza della fede là dove gli uomini vivono, dove i giovani consumano la loro giovinezza, in primis la scuola. Non si può più immaginare di svolgere l’azione pastorale in ambiti chiusi, diversi dai luoghi di studio e di lavoro, e di divertimento, ma bisognerà ricominciare a incontrare i nostri fratelli uomini là dove essi vivono i loro interessi, i loro affetti, la loro intelligenza e operosità. Una fede che non si dimostrasse pertinente alla vita reale, che non si mostrasse capace di esaltare l’io, il cuore e l’attesa del singolo, non potrà mai suscitare curiosità e interesse e desiderio di seguire.
Una volta mio figlio Andrea mi ha detto (era in prima liceo), serissimo: “Ma papà, noi siamo una famiglia normale?” Perché tutto fuori di qui dice il contrario: scuola, TV, amici.
Allora ho capito che sentiva una estraneità tra l’insegnamento in casa e la vita, la vita nel mondo normale. Si trattava di fargli veder un altro “mondo”, un altro mondo in questo mondo. Ho capito che mi chiedeva di fargli vedere che la cosa funzionava davvero, che c’erano amici, famiglie, realtà, movimenti, chiese, oratori, parrocchie missioni da cui poter capire e stare certo che quando fosse stato chiamato a sfidare il mondo avrebbe avuto ragioni sufficienti da portare, tutto il peso e la forza di tanti testimoni; che sarà un modo minoritario, quello che vive in un certo modo, ma che sia un mondo vero, famiglie vere, amici veri, case vere, ecc.
Tutto questo si sposa con quello che ho detto all’inizio: la testimonianza di un ideale grande, verificato e verificabile ogni giorno nel paragone con tutto l’orizzonte dell’esperienza umana, con tutto il mondo.
Così che siano loro a poter dire “questa è la vittoria che vince il mondo: la nostra fede”. Ma devono ricevere una proposta decisa, intera che tenga conto di tutti gli aspetti della realtà e di tutte le dimensioni della persona.
(dall’intervento di Franco Nembrini al Convegno ecclesiale della Diocesi di Roma, dell’11 giugno 2007)