Creazione e redenzione nella catechesi (da Rowan Williams)
da Rowan Williams, arcivescovo di Canterbury, Ragioni per credere, Edizioni Qiqajon, Magnano, 2009, pp. 24-26
Le cose che diciamo su Dio in quanto autore di tutto e quelle che diciamo su Dio che ci incontra personalmente nel perdono e nel rinnovamento dovrebbero intersecarsi il più strettamente possibile; un punto debole di certi modelli di catechesi mi sembra stia nel fatto che creazione e redenzione sono trattati come argomenti totalmente separati, mentre la Bibbia in numerose occasioni sembra volerli mantenere inseparabilmente uniti. [...]
Se “Io credo in Dio, Padre onnipotente” significa: “Io credo che c’è da qualche parte un potere illimitato in grado di scegliere e compiere tutto ciò che gli piace, e io ho bisogno di essere dalla sua parte giusta”, ciò non sembra aver molto a che fare con la fiducia; uno strapotere di questo genere, un’immensa volontà arbitraria può essere davvero molto inquietante.
La parola tradotta con “onnipotente”, in realtà, in greco significa “dominatore di tutto”, o anche qualcosa come “proprietario di tutto”. E questo suggerisce un approccio leggermente diverso: significa che non c’è nessun luogo in cui Dio sia assente, impotente o irrilevante, nessuna situazione nell’universo di fronte alla quale Dio debba cedere. Il che equivale ad affermare che non c’è nessuna situazione nella quale non si possa fare affidamento su Dio.