Decadenza dove non vi è nulla di durevole (da Dietrich Bonhoeffer, citato da mons. Bruno Forte)

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 24 /06 /2010 - 23:08 pm | Permalink | Homepage
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da mons. Bruno Forte, Introduzione al Seminario sul 40° del Documento Base “Il rinnovamento della catechesi”, 14 aprile 2010

Con singolare preveggenza Dietrich Bonhoeffer, il teologo morto martire della barbarie nazista il 9 Aprile 1945 nel campo di concentramento di Flossenbürg, descrive questa situazione [di liquidità, caratterizzata dall'assenza di riferimenti stabili e sicuri] come “décadence”: “Non essendovi nulla di durevole, vien meno il fondamento della vita storica, cioè la fiducia, in tutte le sue forme. E poiché non si ha fiducia nella verità, la si sostituisce con i sofismi della propaganda. Mancando la fiducia nella giustizia, si dichiara giusto ciò che conviene... Tale è la singolarissima situazione del nostro tempo, che è un tempo di vera e propria decadenza” (D. Bonhoeffer, Etica, a cura di E. Bethge, tr. it. di A. Comba, Bompiani, Milano 19692, 91; orig.: Ethik, hrsg. E. Bethge, München 1966, 114f). La fiducia assoluta nell’autonomia dell’uomo porta alla perdita di ogni riferimento trascendente: la persona finisce con l’annegare nella propria solitudine, e il sogno dell’emancipazione si infrange nei rivoli del totalitarismo. Col sangue delle vittime, si dissolve anche la consistenza della macchina di distruzione e di morte che l’ideologia aveva prodotto: tutto diventa fluido, sospeso sul nulla o in caduta verso di esso. “Il padrone della macchina ne diventa lo schiavo e la macchina diventa nemica dell’uomo. La creatura si rivolta contro chi l’ha creata: singolare replica del peccato di Adamo! L’emancipazione delle masse sfocia nel terrore della ghigliottina… Alla fine della via per la quale ci si è incamminati con la rivoluzione francese si trova il nichilismo” (Ib., 86s; ted. 108).