Insegnante che mette del suo (da Elias Canetti)

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 20 /03 /2010 - 22:10 pm | Permalink | Homepage
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da Elias Canetti, La lingua salvata, Adelphi, Milano, 2007, p. 202


In quel periodo ho assorbito moltissimo dalla scuola, come in seguito mi sarebbe successo soltanto con i libri. Ogni cosa che ho imparato dalla viva voce degli insegnanti ha conservato la fisionomia di colui che me l'ha spiegata e nel ricordo è rimasta legata alla sua immagine.

Ma anche gli insegnanti dai quali non imparavo nulla - ammesso che ce ne fossero - suscitavano in me una grande impressione per la loro personalità, per la singolarità della loro figura, per il loro modo di muoversi e di parlare, ma soprattutto per la simpatia o l'antipatia che avevano per noi e che in noi suscitavano. In diverse gradazioni e sfumature possedevano tutti il dono della gentilezza e del calore umano, non ricordo uno solo dei miei insegnanti che non si sforzasse almeno di essere giusto. Non tutti però riuscivano a esserlo abbastanza da nascondere perfettamente la benevolenza o l'antipatia che provavano per noi.

A ciò si aggiungeva il fatto che le risorse interiori, la pazienza, la sensibilità, le aspettative riposte nel lavoro che svolgevano variavano moltissimo da persona a persona. Quanto a Eugen Müller [l’insegnante di storia], la sua stessa materia lo obbligava a un grande entusiasmo e talento narrativo, ma egli vi aggiungeva qualcosa di suo, che andava ben oltre tale necessità. Così fin dal primo momento fui conquistato da Müller e in base alle sue lezioni contavo i giorni della settimana.