Spirito Santo che partecipa dell'amore del Padre e del Figlio (da Riccardo di San Vittore)
da Riccardo di San Vittore, Sulla Trinità, Città nuova, Roma, 1990, p. 142
Finché uno è il solo ad esser amato da un altro, evidentemente gode egli solo delle delizie di una straordinaria dolcezza; allo stesso modo anche l’altro, finché non ha qualcuno che partecipi del suo amore, non può comunicare la suprema delle gioie.
Se si vuole che tutti e due siano in grado di comunicare simili delizie è necessario che essi abbiano un altro che sia amato allo stesso modo. Di conseguenza, come abbiamo detto, se i due che si amano reciprocamente sono talmente generosi da voler comunicare ogni loro perfezione, occorre – come si è detto – che entrambi esigano con un desiderio uguale e per la stessa ragione un terzo da amare nella stessa maniera, e lo possiedano, secondo il desiderio, con la pienezza del loro potere.
Finché uno è il solo ad esser amato da un altro, evidentemente gode egli solo delle delizie di una straordinaria dolcezza; allo stesso modo anche l’altro, finché non ha qualcuno che partecipi del suo amore, non può comunicare la suprema delle gioie.
Se si vuole che tutti e due siano in grado di comunicare simili delizie è necessario che essi abbiano un altro che sia amato allo stesso modo. Di conseguenza, come abbiamo detto, se i due che si amano reciprocamente sono talmente generosi da voler comunicare ogni loro perfezione, occorre – come si è detto – che entrambi esigano con un desiderio uguale e per la stessa ragione un terzo da amare nella stessa maniera, e lo possiedano, secondo il desiderio, con la pienezza del loro potere.