La consegna del Padre nostro ai competentes (da S. Agostino)
da Sant’Agostino, Discorsi II/1 (51-85). Sul Nuovo Testamento, Città Nuova, Roma, 1982, pp. 140-163 (quattro sermones ai competentes, ai candidati al battesimo), citati in Armando Cuva, Le consegne dei vangeli, del Simbolo e della preghiera del Signore nel rito romano. Dalla Bibbia alla vita ecclesiale, Queriniana, Brescia, 1999, pp. 111-112
Dal discorso 56. Sul Vangelo di Mt 6. La preghiera del Signore (l’orazione domenicale) esposta ai competenti
«[...] Voi non avete appreso prima l’orazione domenicale e poi il simbolo della fede, ma prima il Simbolo col quale poteste sapere che cosa avreste dovuto credere, e poi l’orazione mediante la quale poteste sapere chi avreste dovuto invocare. Il Simbolo è dunque l’espressione della fede, l’orazione è la formula della preghiera, poiché è proprio colui il quale crede ad essere esaudito quando prega» (n. 1).
«Molti però chiedono [a Dio] ciò che non dovrebbero chiedere, ignorando che cosa sia utile a loro. Orbene, due cose deve evitare chi prega: di chiedere ciò che non deve e di chiedere a colui al quale non deve» (n. 2).
Dal discorso 57. Di nuovo su Mt 6. Sull’orazione insegnata dal Signore. Ai competenti
«L’ordinato svolgimento della vostra istruzione è quello di imparare prima ciò che dovete credere e poi ciò che dovete chiedere nella preghiera. [...] Avete prima imparato le verità da credere e oggi avete imparato a invocare colui nel quale avete creduto» (n. 1).
Dal discorso 58. Parimenti su Mt 6,9-13. L’orazione domenicale. Ai competenti
«Avete ripetuto il Simbolo, che è un compendio delle verità della fede [...]. Poiché dunque non solo vi è stato già insegnato, ma avete anche tenuto a mente e ritenuto come si deve credere in Dio, oggi dovete imparare come si deve pregarlo. È stato il Figlio in persona – come avete udito mentre si leggeva il vangelo – a insegnare ai suoi discepoli e ai suoi fedeli questa preghiera [la preghiera del Signore]. Tenete dunque a mente anche questa preghiera, che dovete ripetere fra otto giorni. Ma quelli di voi, che non hanno ripetuto bene il Simbolo, hanno il tempo sufficiente per impararlo e lo ritengano a mente, poiché lo dovrete ripetere a memoria alla presenza di tutti i fedeli che vi ascolteranno, nel giorno del sabato, nell’ultimo giorno della settimana in cui dovete essere battezzati. Da qui a otto giorni invece dovete ripetere a memoria questa preghiera che imparate quest’oggi» (n. 1).
«[...] Il giorno del sabato, quando, per grazia di Dio, faremo la veglia di preghiere, ripeterete a memoria non l’orazione, ma il Simbolo della fede. Recitatelo ogni giorno; quando vi alzate, quando vi mettete a letto per dormire, recitate il vostro Simbolo, ripetetelo al Signore, richiamatelo alla memoria tra voi stessi, non vi rincresca di ripeterlo. È utile, infatti, ripeterlo, affinché non accada che ve lo dimentichiate. Non dite: “L’ho recitato ieri, l’ho recitato oggi, lo recitato ogni giorno, lo ricordo bene”.
Richiama alla mente la tua fede, esamina te stesso; il tuo Simbolo sia per te come uno specchio. Vediti in esso se credi tutte le verità della fede che professi di credere, e rallegrati ogni giorno della tua fede. [...] Quando arriveremo al luogo dove regneremo, non ci sarà più bisogno di recitare il Simbolo, poiché vedremo Dio, sarà visto da noi proprio Dio; il premio di questa fede sarà la visione di Dio» (n. 11 [13]).
Dal discorso 56. Sul Vangelo di Mt 6. La preghiera del Signore (l’orazione domenicale) esposta ai competenti
«[...] Voi non avete appreso prima l’orazione domenicale e poi il simbolo della fede, ma prima il Simbolo col quale poteste sapere che cosa avreste dovuto credere, e poi l’orazione mediante la quale poteste sapere chi avreste dovuto invocare. Il Simbolo è dunque l’espressione della fede, l’orazione è la formula della preghiera, poiché è proprio colui il quale crede ad essere esaudito quando prega» (n. 1).
«Molti però chiedono [a Dio] ciò che non dovrebbero chiedere, ignorando che cosa sia utile a loro. Orbene, due cose deve evitare chi prega: di chiedere ciò che non deve e di chiedere a colui al quale non deve» (n. 2).
Dal discorso 57. Di nuovo su Mt 6. Sull’orazione insegnata dal Signore. Ai competenti
«L’ordinato svolgimento della vostra istruzione è quello di imparare prima ciò che dovete credere e poi ciò che dovete chiedere nella preghiera. [...] Avete prima imparato le verità da credere e oggi avete imparato a invocare colui nel quale avete creduto» (n. 1).
Dal discorso 58. Parimenti su Mt 6,9-13. L’orazione domenicale. Ai competenti
«Avete ripetuto il Simbolo, che è un compendio delle verità della fede [...]. Poiché dunque non solo vi è stato già insegnato, ma avete anche tenuto a mente e ritenuto come si deve credere in Dio, oggi dovete imparare come si deve pregarlo. È stato il Figlio in persona – come avete udito mentre si leggeva il vangelo – a insegnare ai suoi discepoli e ai suoi fedeli questa preghiera [la preghiera del Signore]. Tenete dunque a mente anche questa preghiera, che dovete ripetere fra otto giorni. Ma quelli di voi, che non hanno ripetuto bene il Simbolo, hanno il tempo sufficiente per impararlo e lo ritengano a mente, poiché lo dovrete ripetere a memoria alla presenza di tutti i fedeli che vi ascolteranno, nel giorno del sabato, nell’ultimo giorno della settimana in cui dovete essere battezzati. Da qui a otto giorni invece dovete ripetere a memoria questa preghiera che imparate quest’oggi» (n. 1).
«[...] Il giorno del sabato, quando, per grazia di Dio, faremo la veglia di preghiere, ripeterete a memoria non l’orazione, ma il Simbolo della fede. Recitatelo ogni giorno; quando vi alzate, quando vi mettete a letto per dormire, recitate il vostro Simbolo, ripetetelo al Signore, richiamatelo alla memoria tra voi stessi, non vi rincresca di ripeterlo. È utile, infatti, ripeterlo, affinché non accada che ve lo dimentichiate. Non dite: “L’ho recitato ieri, l’ho recitato oggi, lo recitato ogni giorno, lo ricordo bene”.
Richiama alla mente la tua fede, esamina te stesso; il tuo Simbolo sia per te come uno specchio. Vediti in esso se credi tutte le verità della fede che professi di credere, e rallegrati ogni giorno della tua fede. [...] Quando arriveremo al luogo dove regneremo, non ci sarà più bisogno di recitare il Simbolo, poiché vedremo Dio, sarà visto da noi proprio Dio; il premio di questa fede sarà la visione di Dio» (n. 11 [13]).