La Consegna dei vangeli nel catecumenato antico (da Armando Cuva)

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 24 /01 /2010 - 11:24 am | Permalink | Homepage
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da Armando Cuva, Le consegne dei vangeli, del Simbolo e della preghiera del Signore nel rito romano. Dalla Bibbia alla vita ecclesiale, Queriniana, Brescia, 1999, pp. 34-37

Il Sacramentario gelasiano antico (= GEL), attribuito impropriamente a papa san Gelasio I (492-496), fu redatto nel sec. VI, riflettendo però usi anteriori, di cui fu come la cristallizzazione. È il più antico libro liturgico romano nel quale viene descritto il complesso rituale dell’iniziazione cristiana.
Si trova anche in esso il testo delle tre consegne che avevano lungo nella celebrazione denominata «in aurium aperitione». In tale occasione «si aprivano gli orecchi» dei candidati, degli ‘eletti’, perché ascoltassero la dottrina cristiana contenuta nei vangeli, nel Simbolo e nella preghiera del Signore [...].

[La consegna dei vangeli] è un rito caratteristico dell’antica Roma, descritto nei particolari nel Sacramentario gelasiano antico (GEL, pp. 46-48, nn. 299-309). Precede i riti della consegna del Simbolo e della preghiera del Signore.

Il rito ha inizio con una processione alla quale partecipano quattro diaconi che portano i libri dei quattro vangeli. Li precedono altri ministri con candelieri e turiboli. Arrivati all’altare, i quattro diaconi vi depongono sopra, ai quattro angoli, i quattro evangeliari. Il presbitero fa una breve globale ‘spiegazione’ dei quattro vangeli (expositio evangeliorum). Egli dice:

«Accingendoci ad esporvi, figli carissimi, i vangeli, cioè le gesta divine, dobbiamo prima spiegarvi ordinatamente che cosa è il vangelo, donde deriva, di chi sono le parole in esso registrate e perché sono quattro coloro che hanno scritto tali gesta o chi sono questi quattro che sono stati segnati dallo Spirito di Dio, come aveva preannunziato il profeta. Ciò affinché, in mancanza di questa ordinata spiegazione o motivazione, non lasciamo le vostre menti allo sbando e affinché, essendo venuti perché i vostri orecchi si aprano alla verità, si verifichi che la vostra intelligenza cominci a indebolirsi.
‘Vangelo’ vuol dire propriamente buon annunzio. Questo buon annunzio è certamente il Signore nostro Gesù Cristo. Il vangelo è tale perché annunzia e mostra che colui che parlava per mezzo dei profeti si è fatto carne, come sta scritto: "Io stesso che parlavo eccomi qui"(cfr. Is 52,6).
Spiegando ora brevemente che cosa è il vangelo o chi sono questi quattro che sono stati indicati prima dal profeta, assegniamo ai singoli i loro nomi. Disse, infatti, il profeta Ezechiele: "Quanto alle loro fattezze, ognuno aveva aspetto d’uomo e aspetto di leone a destra, e aspetto di vitello e aspetto di aquila a sinistra" (Ez 1,10). Non c’è dubbio che siano gli evangelisti questi quattro così raffigurati, ma i nomi di coloro che scrissero i vangeli sono: Matteo, Marco, Luca, Giovanni».

Segue la spiegazione dei singoli quattro vangeli.

PER IL VANGELO SECONDO MATTEO

Un diacono ammonisce i presenti: «State in silenzio, ascoltate con attenzione». Proclama quindi l’inizio del vangelo sino alle parole: «Egli, infatti, salverà il suo popolo dai loro peccati». (Mt 1,1-21).
Terminata la proclamazione, il presbitero spiega brevemente il vangelo dicendo: «Figli carissimi, per non intrattenervi a lungo, vi esponiamo il motivo delle fattezze di ognuno. Matteo ha le fattezze di uomo perché all’inizio del suo vangelo non si occupa se non della nascita del Salvatore, presentandone compiutamente la genealogia. Così, infatti, comincia: “Libro della genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abramo” (Mt 1,1). Vedete come meritatamente a lui è assegnata la persona di uomo, poiché si inizia a descrivere la nascita umana; né immeritatamente a questo mistero, come abbiamo accennato, è assegnata la persona di Matteo».

PER IL VANGELO SECONDO MARCO

Un altro diacono, ammonizione come sopra e proclamazione dell’inizio del vangelo sino alle parole: “Io vi battezzo con acqua, egli invece vi battezzerà nello Spirito Santo” (Mc1,1-8).
Il presbitero spiega brevemente il vangelo dicendo: «L'evangelista Marco, che ha le fattezze del leone, inizia il suo vangelo parlando dal deserto: "Voce di colui che grida nel deserto; preparate la strada del Signore" (Mc 1,3), ovvero: poiché regna invincibile. Di questo leone troviamo molti modelli, perché non risulti vano quel detto: "O Giuda, figlio mio, come un leoncello sei nato dal mio seme; quando si sdraia s'addormenta come un leone e come un leoncello. Chi ha osato svegliarlo?" (Gen 49,9) ».

PER IL VANGELO SECONDO LUCA

Un altro diacono, ammonizione come sopra e proclamazione dell'inizio del vangelo sino alle parole: “Preparare al Signore un popolo perfetto” (Lc 1,5-17).
Il presbitero spiega brevemente il vangelo dicendo: «L’evangelista Luca ha le fattezze del vitello, perché a sua somiglianza è stato immolato il nostro Salvatore. Egli, infatti, accingendosi a presentare il vangelo di Cristo, cominciò da Zaccaria e da Elisabetta, dai quali, nella loro avanzata vecchiaia, nacque Giovanni Battista. Per questo Luca è paragonato a un vitello, perché le due sue corna rappresentano i due testamenti e le quattro unghia dei piedi rappresentano i quattro vangeli, come se fossero racchiusi completamente in sé nascendo da una tenera saldezza».

PER IL VANGELO SECONDO GIOVANNI

Un altro diacono, ammonizione come sopra e proclamazione dell'inizio del vangelo sino alle parole: «pieno di grazia e di verità» (Gv 1,1-14).
Il presbitero spiega brevemente il vangelo dicendo: «L'evangelista Giovanni ha le fattezze dell'aquila perché ha indagato verità altissime. Dice, infatti: "In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio" (Gv 1,1-2). Davide dice della persona di Cristo: "La tua giovinezza si rinnoverà come quella dell'aquila" (Sal 102,5). Lo dice di Gesù Cristo nostro Signore, che risorgendo dai morti ascese in cielo».
Il presbitero conclude la spiegazione dei quattro vangeli affermando: «Per questo la Chiesa, che vi ha concepito e vi tiene in grembo, si gloria di portarvi con ogni genere di celebrazioni festose verso le sorgenti nuove della legge cristiana. Arrivando così il giorno della santa Pasqua, rinati con il lavacro del battesimo, meritiate di ricevere, come tutti i santi, assieme alla fede, il dono dell'infanzia da Cristo nostro Signore che vive e regna nei secoli dei secoli».

Questo è il rito della consegna dei vangeli registrato nel Sacramentario gelasiano antico. Se ne può sottolineare il sobrio, ma eloquente, cerimoniale. Come si vede non c'è da pensare ad una effettiva consegna materiale dei libri dei vangeli. Si trattava solo di una loro globale presentazione.
Essa ha una precisa organica struttura. Si accenna prima alla natura del vangelo e alle quattro figure con le quali vengono indicati i suoi autori
. Segue la lettura degli inizi dei singoli vangeli. Da ognuno degli inizi si prende lo spunto per giustificare l'attribuzione delle suddette quattro figure ai singoli evangelisti. Nella conclusione si indica il traguardo della rinascita spirituale verso il quale sono incamminati i catecumeni. Si noti lo sfondo biblico di tutto l'insieme.

Il testo della 'spiegazione' è di ignoto autore. Il compositore per le citazioni bibliche si è servito della traduzione latina della Bibbia chiamata vulgata, curata da san Girolamo.