Vedere tutto intero il mondo nella contemplazione della preghiera (da San Benedetto)
dai Dialoghi di Gregorio Magno, II, XXXV, 3-4
Mentre i fratelli dormivano, Benedetto prolungò la veglia in attesa della preghiera notturna, e in piedi, vicino alla finestra, pregava. D'un tratto, fissando l'occhio nelle tenebre profonde della notte, scorse una luce scendente dall'alto che fugava la densa oscurità e diffondeva un chiarore così intenso da superare persino la luce del giorno. In questa visione avvenne un fenomeno meraviglioso, che lui stesso poi raccontava: fu posto davanti ai suoi occhi tutto intero il mondo, quasi raccolto sotto un unico raggio di sole.
Mentre contemplava con lo sguardo gli splendori di quella luce smagliante, vide l'anima di Germano, Vescovo di Capua, trasportata dagli angeli, raccolta in un globo di fuoco.
Volendo quindi avere un testimone di sì mirabile prodigio, chiamò a gran voce, ripetutamente, due o tre volte, il diacono Servando. Questi, impressionato alle grida insolite di quell'uomo, corse su veloce, guardò anche lui e poté vedere con meraviglia l'ultimo affievolirsi di quella luce meravigliosa, mentre l'uomo di Dio completava il racconto di quanto aveva veduto, suscitando in lui profondo stupore per il grande miracolo.
Mandò subito dopo a Cassino un messaggero al monaco Teoprobo, perché nella stessa notte si recasse a Capua e si informasse, per poi riferire, che fosse successo al vescovo Germano. L'ordine fu eseguito. L'inviato trovò già defunto il reverendissimo Vescovo Germano, e, informandosi delle circostanze della morte, gli risultò che coincideva proprio con quel momento nel quale l'uomo di Dio aveva contemplata la sua elevazione al cielo.
Mentre i fratelli dormivano, Benedetto prolungò la veglia in attesa della preghiera notturna, e in piedi, vicino alla finestra, pregava. D'un tratto, fissando l'occhio nelle tenebre profonde della notte, scorse una luce scendente dall'alto che fugava la densa oscurità e diffondeva un chiarore così intenso da superare persino la luce del giorno. In questa visione avvenne un fenomeno meraviglioso, che lui stesso poi raccontava: fu posto davanti ai suoi occhi tutto intero il mondo, quasi raccolto sotto un unico raggio di sole.
Mentre contemplava con lo sguardo gli splendori di quella luce smagliante, vide l'anima di Germano, Vescovo di Capua, trasportata dagli angeli, raccolta in un globo di fuoco.
Volendo quindi avere un testimone di sì mirabile prodigio, chiamò a gran voce, ripetutamente, due o tre volte, il diacono Servando. Questi, impressionato alle grida insolite di quell'uomo, corse su veloce, guardò anche lui e poté vedere con meraviglia l'ultimo affievolirsi di quella luce meravigliosa, mentre l'uomo di Dio completava il racconto di quanto aveva veduto, suscitando in lui profondo stupore per il grande miracolo.
Mandò subito dopo a Cassino un messaggero al monaco Teoprobo, perché nella stessa notte si recasse a Capua e si informasse, per poi riferire, che fosse successo al vescovo Germano. L'ordine fu eseguito. L'inviato trovò già defunto il reverendissimo Vescovo Germano, e, informandosi delle circostanze della morte, gli risultò che coincideva proprio con quel momento nel quale l'uomo di Dio aveva contemplata la sua elevazione al cielo.