Onniscienza di Dio e libertà dell’uomo in Dante (da Vittorio Sermonti)
da Vittorio Sermonti, Il Paradiso di Dante, p. 316 (commento al canto XVII), Rizzoli, Milano, 2004
“La contingenza, che fuor del quaderno/de la vostra matera non si stende (la successione degli eventi che si registrano nell’ambito del mondo materiale e storico, e in quello si esauriscono), è tutta simultaneamente raffigurata nello sguardo di Dio (nel cospetto etterno); non perciò dallo sguardo atemporale di Dio quella successione prende (...) necessità (è ineluttabilmente determinata), più di quanto dall’occhio in cui si riflette sia determinato il movimento di nave che per torrente giù discende”. In altre parole: ‘Dio percepisce in sincrono cause ed effetti degli accadimenti del mondo; perciò, più che determinare il futuro, lo constata nel presente, al modo stesso che la nostra percezione di un evento, constatandone in sincrono la dinamica, non può dirsi che la determini’.
“La contingenza, che fuor del quaderno/de la vostra matera non si stende (la successione degli eventi che si registrano nell’ambito del mondo materiale e storico, e in quello si esauriscono), è tutta simultaneamente raffigurata nello sguardo di Dio (nel cospetto etterno); non perciò dallo sguardo atemporale di Dio quella successione prende (...) necessità (è ineluttabilmente determinata), più di quanto dall’occhio in cui si riflette sia determinato il movimento di nave che per torrente giù discende”. In altre parole: ‘Dio percepisce in sincrono cause ed effetti degli accadimenti del mondo; perciò, più che determinare il futuro, lo constata nel presente, al modo stesso che la nostra percezione di un evento, constatandone in sincrono la dinamica, non può dirsi che la determini’.