Miracolo come segno (da Maurice Blondel)
da Maurice Blondel a J. Bricout, Revue du Clergé français, 15 aprile 1904
Lungi dal negarne la realtà o la discernibilità, mi sono sempre premurato di stabilire che il miracolo non è soltanto un prodigio fisico pertinente esclusivamente ai sensi, alla scienza o alla filosofia, ma che esso è nello stesso tempo un segno rivolto a ogni uomo, un segno di ordine spirituale e di carattere morale e religioso, un segno che non rivela tanto l’esistenza della Causa prima (di cui i fatti naturali possono bastare a rendercene certi), quanto la bontà di un Dio-Padre che segna il suo intervento speciale e che autentica così un dono soprannaturale: cosa ho detto, in definitiva, se non che il miracolo non deve essere considerato unicamente da un punto di vista fisico o metafisico?... e che cosa ho aggiunto, se non che esso richiede soprattutto di essere considerato nel suo rapporto con la dottrina a cui fa da supporto, con l’intenzione che manifesta, perché il miracolo è un miracolo solo se è confermato da ciò che esso conferma?
Lungi dal negarne la realtà o la discernibilità, mi sono sempre premurato di stabilire che il miracolo non è soltanto un prodigio fisico pertinente esclusivamente ai sensi, alla scienza o alla filosofia, ma che esso è nello stesso tempo un segno rivolto a ogni uomo, un segno di ordine spirituale e di carattere morale e religioso, un segno che non rivela tanto l’esistenza della Causa prima (di cui i fatti naturali possono bastare a rendercene certi), quanto la bontà di un Dio-Padre che segna il suo intervento speciale e che autentica così un dono soprannaturale: cosa ho detto, in definitiva, se non che il miracolo non deve essere considerato unicamente da un punto di vista fisico o metafisico?... e che cosa ho aggiunto, se non che esso richiede soprattutto di essere considerato nel suo rapporto con la dottrina a cui fa da supporto, con l’intenzione che manifesta, perché il miracolo è un miracolo solo se è confermato da ciò che esso conferma?