Memoria donata all'uomo (da S. Caterina da Siena)
Dal "Dialogo della divina Provvidenza" di santa Caterina da Siena, vergine (Cap. 135; libero adattamento; cfr. ed. I. Taurisano, Firenze, 1928, II, pp. 439-441)
Il Sommo ed eterno Padre dice:
"Io provvedo sempre, e tutto ciò che io ho dato all'uomo è somma provvidenza. Con provvidenza lo creai. Quando riguardai in me medesimo, mi innamorai della mia creatura e volli crearla a mia immagine e somiglianza come dono della mia provvidenza.
Perciò mi feci premura di darle la memoria perché ritenesse i benefici miei. La resi anche partecipe della mia potenza di Padre eterno. Le diedi l'intelletto perché nella sapienza dell'unigenito mio Figlio conoscesse e comprendesse con quanto fuoco d'amore aprii a lei i tesori delle mie grazie.
Le diedi la capacità e la volontà di amare, rendendola partecipe del dono di amore dello Spirito Santo, perché potesse amare colui che aveva conosciuto con l'intelletto. Questo fece la dolce mia provvidenza solo perché ella fosse capace di intendere e di gustare me, e godere dell'eterna mia bontà nell'eterna mia visione.
Il cielo era chiuso per colpa d'Adamo. Egli non si rese conto della sua dignità e non considerò con quanta provvidenza e amore ineffabile io l'avevo creato".
Il Sommo ed eterno Padre dice:
"Io provvedo sempre, e tutto ciò che io ho dato all'uomo è somma provvidenza. Con provvidenza lo creai. Quando riguardai in me medesimo, mi innamorai della mia creatura e volli crearla a mia immagine e somiglianza come dono della mia provvidenza.
Perciò mi feci premura di darle la memoria perché ritenesse i benefici miei. La resi anche partecipe della mia potenza di Padre eterno. Le diedi l'intelletto perché nella sapienza dell'unigenito mio Figlio conoscesse e comprendesse con quanto fuoco d'amore aprii a lei i tesori delle mie grazie.
Le diedi la capacità e la volontà di amare, rendendola partecipe del dono di amore dello Spirito Santo, perché potesse amare colui che aveva conosciuto con l'intelletto. Questo fece la dolce mia provvidenza solo perché ella fosse capace di intendere e di gustare me, e godere dell'eterna mia bontà nell'eterna mia visione.
Il cielo era chiuso per colpa d'Adamo. Egli non si rese conto della sua dignità e non considerò con quanta provvidenza e amore ineffabile io l'avevo creato".