Due capi della catena che legano il passato al presente (da A. Cechov)
(da A. Cechov, Lo studente, in Tutti i racconti, Rizzoli 1998)
«Proprio allo stesso modo in una fredda notte si scaldò accanto al fuoco l’apostolo Pietro - disse lo studente, stendendo le mani verso il fuoco -. Dunque anche allora faceva freddo. Ah, che notte terribile fu quella, nonnina! Una notte malinconica e lunga oltre ogni dire! (...) Se rammenti, durante la cena Pietro disse a Gesù: «Con Te son pronto ad andare in prigione e a morte». E il Signore: «Ti dico, Pietro: oggi non canterà il gallo prima che tu tre volte abbia negato di conoscerMi»...
Si voltò a guardare. Il fuoco solitario brillava calmo nell’oscurità e accanto a quello non si vedeva più nessuno. Lo studente pensò di nuovo che, se Vassilissa si era messa a piangere e sua figlia si era turbata, evidentemente ciò ch’egli pocanzi aveva raccontato, ciò che era avvenuto diciannove secoli addietro, aveva un legame col presente: con le due donne e, probabilmente, con quella campagna deserta, con lui stesso, con tutti gli uomini. Se la vecchia aveva pianto, non era stato perché egli sapesse raccontare in modo commovente, ma perché Pietro le era caro e perché ella, con tutto l’essere suo, aveva interesse a ciò che era avvenuto nell’anima di Pietro.
E la gioia tutt’a un tratto si rimescolò nel suo cuore, ed egli si fermò perfino un momento, per riprender fiato. Il passato - pensava - è legato al presente da una catena ininterrotta di eventi scaturiti uno dall’altro. E gli pareva di aver veduto entrambi i capi di questa catena.
E mentre traghettava il fiume sulla chiatta e poi, procedendo in salita, guardava il suo villaggio natio e verso occidente, dove splendeva la striscia sottile di un freddo tramonto di porpora, egli pensava che la verità e la bellezza che avevano indirizzato la vita umana laggiù, nell’orto e nel cortile del gran sacerdote, erano continuate senza interruzione fino ad oggi ed evidentemente avevano sempre costituito l’essenziale nella vita umana; e un senso di giovinezza, di forza - egli non aveva che ventidue anni - e l’attesa inesprimibilmente dolce della felicità, di una sconosciuta, misteriosa felicità, si andavano impossessando di lui a poco a poco, e la vita gli pareva affascinante, prodigiosa e colma di un profondo significato.
«Proprio allo stesso modo in una fredda notte si scaldò accanto al fuoco l’apostolo Pietro - disse lo studente, stendendo le mani verso il fuoco -. Dunque anche allora faceva freddo. Ah, che notte terribile fu quella, nonnina! Una notte malinconica e lunga oltre ogni dire! (...) Se rammenti, durante la cena Pietro disse a Gesù: «Con Te son pronto ad andare in prigione e a morte». E il Signore: «Ti dico, Pietro: oggi non canterà il gallo prima che tu tre volte abbia negato di conoscerMi»...
Si voltò a guardare. Il fuoco solitario brillava calmo nell’oscurità e accanto a quello non si vedeva più nessuno. Lo studente pensò di nuovo che, se Vassilissa si era messa a piangere e sua figlia si era turbata, evidentemente ciò ch’egli pocanzi aveva raccontato, ciò che era avvenuto diciannove secoli addietro, aveva un legame col presente: con le due donne e, probabilmente, con quella campagna deserta, con lui stesso, con tutti gli uomini. Se la vecchia aveva pianto, non era stato perché egli sapesse raccontare in modo commovente, ma perché Pietro le era caro e perché ella, con tutto l’essere suo, aveva interesse a ciò che era avvenuto nell’anima di Pietro.
E la gioia tutt’a un tratto si rimescolò nel suo cuore, ed egli si fermò perfino un momento, per riprender fiato. Il passato - pensava - è legato al presente da una catena ininterrotta di eventi scaturiti uno dall’altro. E gli pareva di aver veduto entrambi i capi di questa catena.
E mentre traghettava il fiume sulla chiatta e poi, procedendo in salita, guardava il suo villaggio natio e verso occidente, dove splendeva la striscia sottile di un freddo tramonto di porpora, egli pensava che la verità e la bellezza che avevano indirizzato la vita umana laggiù, nell’orto e nel cortile del gran sacerdote, erano continuate senza interruzione fino ad oggi ed evidentemente avevano sempre costituito l’essenziale nella vita umana; e un senso di giovinezza, di forza - egli non aveva che ventidue anni - e l’attesa inesprimibilmente dolce della felicità, di una sconosciuta, misteriosa felicità, si andavano impossessando di lui a poco a poco, e la vita gli pareva affascinante, prodigiosa e colma di un profondo significato.