Sacrificio (da Albert Vanhoye)

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 22 /05 /2007 - 23:15 pm | Permalink | Homepage
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Sacrificio,
da Dio ha tanto amato il mondo. Lectio divina sul “sacrificio” di Cristo, di Albert Vanhoye


Per capire correttamente il sacrificio di Cristo è necessario, anzitutto, modificare il nostro concetto di “sacrificio”. Nel linguaggio corrente, questa parola ha assunto un senso negativo: è venuta a significare “privazione penosa”. Una madre di famiglia, ad esempio, dirà: “In questi tempi, il carovita ci impone molti sacrifici. Dobbiamo fare a meno di parecchie cose che ci sarebbero utili”. Di per sé, però, “sacrificio” è un termine positivo del linguaggio religioso: è il sostantivo che corrisponde al verbo “sacrificare”, il quale significa “rendere sacro”, così come “semplificare” significa “rendere semplice” e “purificare” “rendere puro”. L’idea, quindi, non è quella di una privazione, ma, al contrario, quella di un’aggiunta di valore, di un arricchimento. Si tratta di rendere sacro ciò che non lo era e questo richiede una comunicazione della santità divina, la quale è la più positiva di tutte le realtà, la più ricca di valore. Un sacrificio può anche comportare un aspetto penoso, ma non lo si deve confondere con questo aspetto penoso, giacché il suo aspetto più importante consiste nella trasformazione positiva della realtà. Una pena che è soltanto una pena non è un sacrificio. Lo diventa se trasformata, dall’interno, in mezzo di santificazione, di comunione più intima con Dio. Tale trasformazione si realizza per mezzo dell’amore divino, perché la santità di Dio è una santità di amore. Il sacrificio di Cristo è consistito nel riempire di amore divino la sua sofferenza e la sua morte, al punto di ottenere la vittoria dell’amore sulla morte. La risurrezione fa parte integrante del sacrificio di Cristo, perché ne costituisce l’esito positivo. Tra la morte di Gesù sulla croce e la sua risurrezione una veduta superficiale delle cose scorge soltanto un forte contrasto. Una visione profonda, invece, percepisce una stretta continuità: con la potenza interiore dell’amore, Gesù ha trasformato la sua sofferenza e la sua morte in sorgente di una nuova vita, una vita di perfetta unione con Dio nella gloria. La trasformazione effettuata nella passione ha prodotto la risurrezione. Il sacrificio di Cristo è l’evento più positivo che ci sia mai stato.