Salmi, specchio dell’anima (da sant’Atanasio)
Brano citato da Roberto Vignolo (nel corso della relazione La Parola che nutre e vivifica l’impegno pastorale della Chiesa. Bibbia, persona e relazioni per una pastorale integrata, tenuta per il Laboratorio Biblico organizzato dalla CEI, in Roma, il 22 aprile 2009) che lo commentava ricordando che Marcellino era medico ed amico di Atanasio. Atanasio vuole presenta a lui i Salmi come specchio diagnostico e terapeutico dell’anima
da Atanasio di Alessandria, Lettera a Marcellino
«Il libro dei salmi possiede una sua propria grazia meritevole di particolare attenzione; oltre a tutto quello in cui vi è comunione e relazione con gli altri libri, ha anche questo di meraviglioso, che riporta impressi e scritti in esso i moti di ciascuna anima e il modo con il quale essa cambia e si corregge, affinchè chi è inesperto, se vuole, possa trovare e vedere come un’immagine di tutto questo nel salterio, e plasmare se stesso come là è scritto. Negli altri libri si ascolta soltanto ciò che prescrive la legge, che cosa si deve fare e che cosa non si deve fare; si ascoltano anche le profezie, che non fanno altro che annunciare la venuta del Salvatore, e si pone attenzione alla storia, dalla quale si possono venire a conoscere le opere dei re e dei santi.
Ma nel libro dei salmi, oltre ad imparare queste cose, chi ascolta capisce e impara a conoscere i moti della propria anima, e dopo aver conosciuto le passioni che lo fanno soffrire e lo tengono prigioniero, può ancora ricevere da questo libro un modello di ciò che deve dire. E così non si accontenta di ascoltare distrattamente, ma impara che cosa deve dire e fare per curare la propria passione. Anche negli altri libri vi sono discorsi che proibiscono il male, ma in quasto si offre un modello di come ci si debba ritrarre da esso; si esorta ad esempio alla penitenza. Pentirsi significa smettere di peccare; in questo libro si mostra in che modo ci si debba pentire e che cosa dire a proposito del pentimento, in che modo si devono sopportare le tribolazioni e che cosa si deve dire durante e dopo la tribolazione, e in che modo ciascuno sia messo alla prova, e quali siano le parole di chi spera nel Signore.
E di nuovo vien dato il precetto di rendere grazie in ogni cosa, ma i salmi insegnano anche che cosa debba dire chi rende grazie, che cosa debbono dire quelli che sfuggono alla persecuzione e quali parole si debbano dire a Dio durante la persecuzione e quando se ne è liberati, in che modo dobbiamo lodare il Signore e con quali parole possiamo convenientemente celebrarlo. E per ogni evenienza si potrebbe trovare il canto divino confacente a noi, ai nostri sentimenti, alla nostra situazione».
da Atanasio di Alessandria, Lettera a Marcellino
«Il libro dei salmi possiede una sua propria grazia meritevole di particolare attenzione; oltre a tutto quello in cui vi è comunione e relazione con gli altri libri, ha anche questo di meraviglioso, che riporta impressi e scritti in esso i moti di ciascuna anima e il modo con il quale essa cambia e si corregge, affinchè chi è inesperto, se vuole, possa trovare e vedere come un’immagine di tutto questo nel salterio, e plasmare se stesso come là è scritto. Negli altri libri si ascolta soltanto ciò che prescrive la legge, che cosa si deve fare e che cosa non si deve fare; si ascoltano anche le profezie, che non fanno altro che annunciare la venuta del Salvatore, e si pone attenzione alla storia, dalla quale si possono venire a conoscere le opere dei re e dei santi.
Ma nel libro dei salmi, oltre ad imparare queste cose, chi ascolta capisce e impara a conoscere i moti della propria anima, e dopo aver conosciuto le passioni che lo fanno soffrire e lo tengono prigioniero, può ancora ricevere da questo libro un modello di ciò che deve dire. E così non si accontenta di ascoltare distrattamente, ma impara che cosa deve dire e fare per curare la propria passione. Anche negli altri libri vi sono discorsi che proibiscono il male, ma in quasto si offre un modello di come ci si debba ritrarre da esso; si esorta ad esempio alla penitenza. Pentirsi significa smettere di peccare; in questo libro si mostra in che modo ci si debba pentire e che cosa dire a proposito del pentimento, in che modo si devono sopportare le tribolazioni e che cosa si deve dire durante e dopo la tribolazione, e in che modo ciascuno sia messo alla prova, e quali siano le parole di chi spera nel Signore.
E di nuovo vien dato il precetto di rendere grazie in ogni cosa, ma i salmi insegnano anche che cosa debba dire chi rende grazie, che cosa debbono dire quelli che sfuggono alla persecuzione e quali parole si debbano dire a Dio durante la persecuzione e quando se ne è liberati, in che modo dobbiamo lodare il Signore e con quali parole possiamo convenientemente celebrarlo. E per ogni evenienza si potrebbe trovare il canto divino confacente a noi, ai nostri sentimenti, alla nostra situazione».