Inculturazione della fede ed evangelizzazione delle culture (da Giovanni Cristostomo)
da Giovanni Cristostomo, Discorsi Panegirici su san Paolo, IV,18 e VII,11
Come quando arde un rogo, le spine consumandosi a poco a poco, si tirano indietro, cedono il posto alla fiamma e mondano i campi, così quando la lingua di Paolo parlava e assaliva tutto con più ardore del fuoco, ogni cosa si tirava indietro e cedeva: i culti dei demoni, le feste, le assemblee solenni, i costumi tradizionali, le leggi corruttrici, l’ira delle popolazioni, le minacce dei tiranni, le insidie dei connazionali, le malvagità dei falsi apostoli… All’apparire dell’annuncio evangelico, che Paolo ovunque disseminava, l’errore veniva scacciato, ritornava la verità, il grasso e il fumo dei sacrifici, i cembali e i timpani, le ubriachezze e le gozzoviglie, le dissolutezze, gli adulteri e gli altri vizi che non è bene neanche nominare, le cerimonie praticate nei templi degli idoli cessavano e si esaurivano, sciogliendosi come cera al fuoco, consumandosi come paglia ad opera della fiamma.
Invece la luminosa fiamma della verità si levava splendente ed alta fino al cielo stesso, innalzata proprio da ciò che le si opponeva…
Come un fuoco, abbattendosi su differenti materiali, aumenta di più e trova incremento nella materia sottostante, così anche la parola di Paolo faceva passare dalla sua parte quanti incontrava; coloro che gli erano ostili, conquistati dai suoi discorsi, divenivano subito alimento di questo fuoco spirituale e, mediante essi, la Parola prendeva nuovo vigore e passava ad altri… Quello che avrebbero fatto amici e seguaci, lo facevano i nemici in quanto non gli permettevano di stabilirsi in un solo luogo, ma facevano girare ovunque quel medico, mediante le loro macchinazioni e persecuzioni, in modo che tutti ascoltavano la sua parola.
Come quando arde un rogo, le spine consumandosi a poco a poco, si tirano indietro, cedono il posto alla fiamma e mondano i campi, così quando la lingua di Paolo parlava e assaliva tutto con più ardore del fuoco, ogni cosa si tirava indietro e cedeva: i culti dei demoni, le feste, le assemblee solenni, i costumi tradizionali, le leggi corruttrici, l’ira delle popolazioni, le minacce dei tiranni, le insidie dei connazionali, le malvagità dei falsi apostoli… All’apparire dell’annuncio evangelico, che Paolo ovunque disseminava, l’errore veniva scacciato, ritornava la verità, il grasso e il fumo dei sacrifici, i cembali e i timpani, le ubriachezze e le gozzoviglie, le dissolutezze, gli adulteri e gli altri vizi che non è bene neanche nominare, le cerimonie praticate nei templi degli idoli cessavano e si esaurivano, sciogliendosi come cera al fuoco, consumandosi come paglia ad opera della fiamma.
Invece la luminosa fiamma della verità si levava splendente ed alta fino al cielo stesso, innalzata proprio da ciò che le si opponeva…
Come un fuoco, abbattendosi su differenti materiali, aumenta di più e trova incremento nella materia sottostante, così anche la parola di Paolo faceva passare dalla sua parte quanti incontrava; coloro che gli erano ostili, conquistati dai suoi discorsi, divenivano subito alimento di questo fuoco spirituale e, mediante essi, la Parola prendeva nuovo vigore e passava ad altri… Quello che avrebbero fatto amici e seguaci, lo facevano i nemici in quanto non gli permettevano di stabilirsi in un solo luogo, ma facevano girare ovunque quel medico, mediante le loro macchinazioni e persecuzioni, in modo che tutti ascoltavano la sua parola.