Responsabilità e libertà (da G. Colombo)
(da G. Colombo, Discorso al “Piccolo gruppo di Cristo”)
La prima cosa è la massima libertà di ciascuno, perché, come dice san Paolo, «dove c’è lo Spirito del Signore, lì è rispettata la libertà» (cfr 2Cor 3,17). Perciò bisogna rispettare la libertà di ciascuno e lo Spirito che lo governa, cercando di capire cosa vuole da lui.
Quindi chi ha qualche responsabilità non deve imporre mai la sua volontà, il suo disegno, ma cercare di avere uno sguardo così puro, così illuminato da capire il disegno che lo Spirito Santo ha tracciato nell’altro, e da aiutarlo a seguire e concretizzare questo disegno. Questa dunque è la prima cosa: la massima libertà… Perché ciò che viene dallo Spirito è veramente libero: quando il Signore vuole una cosa da noi, fa prima in modo che la nostra libertà lo voglia (cfr Fil 2,13: «È Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo i suoi benevoli disegni»).
Egli “lavora” così bene la nostra libertà che noi diciamo “voglio quella cosa lì!”, e crediamo di essere noi a volere, e invece è l’Altro che ci ha liberati da qualche cosa. Ricapitolando: vigilate sui responsabili… perché non abbiano a imporre forme, ma scrutino in ciascuno il disegno che egli porta in se stesso, il disegno vero, non quello incrostato dai nostri egoismi, dalle nostre pigrizie.
L’altra cosa però è questa: pur in questa libertà, ci sono norme che vi possono aiutare a creare qualche struttura: non una struttura che soffochi, ma una struttura che innervi la vostra spiritualità. Queste strutture dovrebbero essere come lo scheletro nel nostro corpo. Nessuno si sente ingabbiato dal proprio scheletro; le ingessature ci ingabbiano, ma il nostro scheletro non ci ingabbia, ci tiene in piedi: se lo buttassimo via, saremmo molluschi.
La prima cosa è la massima libertà di ciascuno, perché, come dice san Paolo, «dove c’è lo Spirito del Signore, lì è rispettata la libertà» (cfr 2Cor 3,17). Perciò bisogna rispettare la libertà di ciascuno e lo Spirito che lo governa, cercando di capire cosa vuole da lui.
Quindi chi ha qualche responsabilità non deve imporre mai la sua volontà, il suo disegno, ma cercare di avere uno sguardo così puro, così illuminato da capire il disegno che lo Spirito Santo ha tracciato nell’altro, e da aiutarlo a seguire e concretizzare questo disegno. Questa dunque è la prima cosa: la massima libertà… Perché ciò che viene dallo Spirito è veramente libero: quando il Signore vuole una cosa da noi, fa prima in modo che la nostra libertà lo voglia (cfr Fil 2,13: «È Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo i suoi benevoli disegni»).
Egli “lavora” così bene la nostra libertà che noi diciamo “voglio quella cosa lì!”, e crediamo di essere noi a volere, e invece è l’Altro che ci ha liberati da qualche cosa. Ricapitolando: vigilate sui responsabili… perché non abbiano a imporre forme, ma scrutino in ciascuno il disegno che egli porta in se stesso, il disegno vero, non quello incrostato dai nostri egoismi, dalle nostre pigrizie.
L’altra cosa però è questa: pur in questa libertà, ci sono norme che vi possono aiutare a creare qualche struttura: non una struttura che soffochi, ma una struttura che innervi la vostra spiritualità. Queste strutture dovrebbero essere come lo scheletro nel nostro corpo. Nessuno si sente ingabbiato dal proprio scheletro; le ingessature ci ingabbiano, ma il nostro scheletro non ci ingabbia, ci tiene in piedi: se lo buttassimo via, saremmo molluschi.