Mito e storia (da Evelyn Waugh)

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 29 /04 /2009 - 20:29 pm | Permalink | Homepage
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(da Marta Sordi, Introduzione a Evelyn Waugh, Elena. La madre dell’Imperatore, BUR, Milano, 2002, pp. II-III; N.B. la storica Marta Sordi commenta le parole del romanzo dello scrittore Evelyn Waugh)

A Costanzo che le racconta la storia di Mitra, Elena domanda subito: «Dov’è? Sì, dove è successo? Hai detto che il toro si nascose in una caverna e che dal suo sangue si creò il mondo. Beh, dov’era la caverna quando non c’era la terra?». «È una domanda puerile» dice Costanzo, ed Elena incalza: «E quando è successo? Come fai a saperlo, se non c’era nessuno? E se il toro fu il primo pensiero di Ormazd, e bisognava che fosse ucciso perché venisse fatta la terra, perché Ormazd non ha pensato direttamente alla terra?...».

Dalla stessa esigenza di razionalità partono le domande di Elena al maestro gnostico, con il suo Demiurgo e i suoi Eoni: «Quello che vorrei sapere è: quando e dove è avvenuto tutto questo? E voi come lo sapete?».

Alle religioni cosmiche, fondate su simboli e su elucubrazioni teologiche, Elena oppone l’esigenza razionale del dove, del quando, del come quelle «Verità» astratte vengono conosciute; è l’esigenza da cui scaturisce la storia e a cui il cristianesimo, religione fondata su un avvenimento storico, attestato da testimoni oculari contemporanei, e fedele alla tradizione che da essi ha raccolto, risponde pienamente. Nel cristianesimo la storia ha una funzione affine a quella dei cosiddetti preambula fidei: l’esigenza storica rappresenta la preparazione dell’Elena del romanzo alla Fede.

Altrettanto significativa è la descrizione che la filoariana Fausta, moglie di Costantino, dà alla suocera del Concilio di Nicea, finito col trionfo della tradizione cattolica: «Capite, nessun vescovo qui in Occidente ha idee nuove in testa: Si limitano a dire: “Questa è la fede che ci è stata insegnata. È quello che si insegna da sempre. Punto e basta”. Voglio dire – dice Fausta – non si rendono conto che bisogna camminare coi tempi. Non serve a niente cercare di fermare l’orologio: la chiesa non è più roba da clandestini. È la religione ufficiale dell’Impero. Quello che gli hanno insegnato poteva andare benissimo nelle catacombe, ma adesso abbiamo a che fare con un tipo di mentalità molto più sofisticata… Voglio dire il progresso è inevitabile. L’idea dell’Omousion è chiaramente datata. Tutti quelli che contano veramente sono per l’Omoiousion…».

L’eccitazione della nuora per la teologia progressista lascia alquanto perplessa Elena, che preferisce la solidità della tradizione.