Indulgenza (da Benedetto XVI)
(dalle risposte del papa Benedetto XVI ai sacerdoti nell’incontro con i parroci ed il clero della diocesi di Roma, giovedì 26 febbraio 2009, nell’Aula delle Benedizioni)
Paolo VI ha riordinato questo tema [dell’indulgenza] e ci indica il filo per capirlo. Direi che si tratta semplicemente di uno scambio di doni, cioè quanto nella Chiesa esiste di bene, esiste per tutti. Con questa chiave dell'indulgenza possiamo entrare in questa comunione dei beni della Chiesa. I protestanti si oppongono affermando che l'unico tesoro è Cristo.
Ma per me la cosa meravigliosa è che Cristo — il quale realmente è più che sufficiente nel suo amore infinito, nella sua divinità e umanità — voleva aggiungere, a quanto ha fatto lui, anche la nostra povertà. Non ci considera solo come oggetti della sua misericordia, ma ci fa soggetti della misericordia e dell'amore insieme con Lui, quasi che — anche se non quantitativamente, almeno in senso misterico — ci volesse aggiungere al grande tesoro del corpo di Cristo. Voleva essere il Capo con il corpo. E voleva che con il corpo fosse completato il mistero della sua redenzione. Gesù voleva avere la Chiesa come suo corpo, nel quale si realizza tutta la ricchezza di quanto ha fatto. Da questo mistero risulta proprio che esiste un tesaurus ecclesiae, che il corpo, come il capo, dona tanto e noi possiamo avere l'uno dall'altro e possiamo donare l'uno all'altro.
Paolo VI ha riordinato questo tema [dell’indulgenza] e ci indica il filo per capirlo. Direi che si tratta semplicemente di uno scambio di doni, cioè quanto nella Chiesa esiste di bene, esiste per tutti. Con questa chiave dell'indulgenza possiamo entrare in questa comunione dei beni della Chiesa. I protestanti si oppongono affermando che l'unico tesoro è Cristo.
Ma per me la cosa meravigliosa è che Cristo — il quale realmente è più che sufficiente nel suo amore infinito, nella sua divinità e umanità — voleva aggiungere, a quanto ha fatto lui, anche la nostra povertà. Non ci considera solo come oggetti della sua misericordia, ma ci fa soggetti della misericordia e dell'amore insieme con Lui, quasi che — anche se non quantitativamente, almeno in senso misterico — ci volesse aggiungere al grande tesoro del corpo di Cristo. Voleva essere il Capo con il corpo. E voleva che con il corpo fosse completato il mistero della sua redenzione. Gesù voleva avere la Chiesa come suo corpo, nel quale si realizza tutta la ricchezza di quanto ha fatto. Da questo mistero risulta proprio che esiste un tesaurus ecclesiae, che il corpo, come il capo, dona tanto e noi possiamo avere l'uno dall'altro e possiamo donare l'uno all'altro.