La rete e la barca (da Paolo VI)
da Paolo VI, Udienza generale del mercoledì 28 giugno 1972
LA RETE
E la rete? La vedete appesa sulla porta della Basilica, stilizzata in forma abbastanza strana, ma che dice il concetto, e tanto basta. Il concetto, qual è? È quello che ricorda l’umile, ma bella professione di Simon Pietro. Egli era pescatore. E Gesù si vale di questa qualifica, relativa al mestiere del discepolo e di altri parimente con lui, per significare sotto la figura della pesca la missione a cui Pietro e gli Apostoli saranno destinati: «Vi farò diventare, dice il Signore dopo Ia sorpresa della pesca miracolosa, pescatori di uomini!» (Matth. 4, 19). Pescare gli uomini! Cioè: avvicinarli, conoscerne i costumi ed i bisogni, saperli aspettare, sapersi adattare alla loro mobilità, avere l’arte di attrarli, il cuore capace di amarli, la sapienza di convincerli; ecco l’ufficio apostolico, ecco l’esercizio d’un ministero paziente, ecco la prospettiva di un’estensione universale della predicazione evangelica, ecco la tacita promessa di Cristo, che la temeraria impresa di convertire a Lui il mondo potrà avere, non per abilità umana, e nonostante l’ostinata resistenza degli uomini, ma per divina virtù, un insperato esito felice.
LA BARCA
Pietro pescatore ci fa pensare ad un altro segno che lo caratterizza: la sua barca; quella barca sulla quale salì Gesù come sopra una cattedra, ed ivi seduto ammaestrava le turbe «raccolte sulla riva del lago di Genezareth» (Luc. 5, 3); quella barca donde Gesù ordinò di lanciare le reti, e furono piene di pesci a tal punto che un’altra barca fu chiamata al soccorso, ma non senza temere che entrambe facessero naufragio, così che Pietro, uomo del mestiere, notò subito il carattere miracoloso del fatto e proruppe in uno stupendo atto di umiltà, cadendo in ginocchio davanti a Gesù ed esclamando: «Via da me, Signore, perché io sono uomo peccatore» (Ibid. 5, 8); quella barca, su cui Gesù, sedendo a poppa (v’era, osserva Marco forse informato da Pietro, anche un cuscino), misteriosamente s’addormentò; e infuriando un’improvvisa tempesta, i discepoli atterriti lo svegliarono, e Gesù alzatosi intimò al vento furioso di calmarsi e al mare fremente di tacere; e subito fu grande calma (Marc. 4, 35-41); quella barca, che sembra simboleggiare l’aspetto mobile e relativo della Chiesa, che naviga sulle onde del tempo e della storia, e che ancora figura come stemma di Pietro nel sigillo adoperato tuttora per dare autenticità ai documenti più gravi della Chiesa, segnati dall’«anello del Pescatore».
LA RETE
E la rete? La vedete appesa sulla porta della Basilica, stilizzata in forma abbastanza strana, ma che dice il concetto, e tanto basta. Il concetto, qual è? È quello che ricorda l’umile, ma bella professione di Simon Pietro. Egli era pescatore. E Gesù si vale di questa qualifica, relativa al mestiere del discepolo e di altri parimente con lui, per significare sotto la figura della pesca la missione a cui Pietro e gli Apostoli saranno destinati: «Vi farò diventare, dice il Signore dopo Ia sorpresa della pesca miracolosa, pescatori di uomini!» (Matth. 4, 19). Pescare gli uomini! Cioè: avvicinarli, conoscerne i costumi ed i bisogni, saperli aspettare, sapersi adattare alla loro mobilità, avere l’arte di attrarli, il cuore capace di amarli, la sapienza di convincerli; ecco l’ufficio apostolico, ecco l’esercizio d’un ministero paziente, ecco la prospettiva di un’estensione universale della predicazione evangelica, ecco la tacita promessa di Cristo, che la temeraria impresa di convertire a Lui il mondo potrà avere, non per abilità umana, e nonostante l’ostinata resistenza degli uomini, ma per divina virtù, un insperato esito felice.
LA BARCA
Pietro pescatore ci fa pensare ad un altro segno che lo caratterizza: la sua barca; quella barca sulla quale salì Gesù come sopra una cattedra, ed ivi seduto ammaestrava le turbe «raccolte sulla riva del lago di Genezareth» (Luc. 5, 3); quella barca donde Gesù ordinò di lanciare le reti, e furono piene di pesci a tal punto che un’altra barca fu chiamata al soccorso, ma non senza temere che entrambe facessero naufragio, così che Pietro, uomo del mestiere, notò subito il carattere miracoloso del fatto e proruppe in uno stupendo atto di umiltà, cadendo in ginocchio davanti a Gesù ed esclamando: «Via da me, Signore, perché io sono uomo peccatore» (Ibid. 5, 8); quella barca, su cui Gesù, sedendo a poppa (v’era, osserva Marco forse informato da Pietro, anche un cuscino), misteriosamente s’addormentò; e infuriando un’improvvisa tempesta, i discepoli atterriti lo svegliarono, e Gesù alzatosi intimò al vento furioso di calmarsi e al mare fremente di tacere; e subito fu grande calma (Marc. 4, 35-41); quella barca, che sembra simboleggiare l’aspetto mobile e relativo della Chiesa, che naviga sulle onde del tempo e della storia, e che ancora figura come stemma di Pietro nel sigillo adoperato tuttora per dare autenticità ai documenti più gravi della Chiesa, segnati dall’«anello del Pescatore».