Diventare di nuovo bambini (da J. Jeremias)
da J. Jeremias, Teologia del Nuovo Testamento, I, Paideia, Brescia, 1972, p. 182
Che significa ‘diventare di nuovo come un bambino’? Il tertium comparationis è forse l’umiltà (cfr. Mt 18,4)? È ben difficile, poiché l’ambiente di Gesù non offre alcun caso parallelo in cui il bambino figuri come tipo dell’umiltà. Oppure il termine di paragone è la purezza dei bambini? Anche questa idea non è familiare all’antico giudaismo palestinese. Sulla giusta pista potrebbe condurci T.W. Manson, quando osserva che Mt 18,3 par. potrebbe essere in rapporto con l’invocazione di Dio come ‘abbà’. Questa sarà in realtà la soluzione: ‘diventar di nuovo bambino’ significa imparare a dir di nuovo ‘abbà’. Abbiamo così individuato il movimento centrale di ciò che è la penitenza. Convertirsi vuol dire imparare a dire di nuovo ‘abbà, riporre tutta la propria fiducia nel Padre celeste, ritornare nella casa paterna e tra le braccia del Padre. La prova che questa interpretazione non sia del tutto errata ce la fornisce Lc 15,11-32. La penitenza del figliol prodigo consiste nel tornare a casa da suo padre. In definitiva la penitenza è nient’altro che l’abbandonarsi alla grazia divina.
Che significa ‘diventare di nuovo come un bambino’? Il tertium comparationis è forse l’umiltà (cfr. Mt 18,4)? È ben difficile, poiché l’ambiente di Gesù non offre alcun caso parallelo in cui il bambino figuri come tipo dell’umiltà. Oppure il termine di paragone è la purezza dei bambini? Anche questa idea non è familiare all’antico giudaismo palestinese. Sulla giusta pista potrebbe condurci T.W. Manson, quando osserva che Mt 18,3 par. potrebbe essere in rapporto con l’invocazione di Dio come ‘abbà’. Questa sarà in realtà la soluzione: ‘diventar di nuovo bambino’ significa imparare a dir di nuovo ‘abbà’. Abbiamo così individuato il movimento centrale di ciò che è la penitenza. Convertirsi vuol dire imparare a dire di nuovo ‘abbà, riporre tutta la propria fiducia nel Padre celeste, ritornare nella casa paterna e tra le braccia del Padre. La prova che questa interpretazione non sia del tutto errata ce la fornisce Lc 15,11-32. La penitenza del figliol prodigo consiste nel tornare a casa da suo padre. In definitiva la penitenza è nient’altro che l’abbandonarsi alla grazia divina.