Dio ascolta non i molti che pregano, ma la preghiera concorde (da san Cipriano)

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 21 /12 /2008 - 22:53 pm | Permalink | Homepage
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Da san Cipriano di Cartagine, De catholicae ecclesiae unitate, 12

Cipriano, volendo mostrare che la chiesa è una e che non esiste comunione con Cristo se non nella comunione eccelsiale, afferma:

Possono ottenere molto di più pochi con una preghiera concorde, che molti con una preghiera discorde.

Questo il contesto dell’intera argomentazione di Cipriano:

Certuni non si illudano interpretando in modo perverso le parole del Signore: «Dove due o tre saranno riuniti nel mio nome, io sono insieme a loro». I corruttori del Vangelo e i falsi interpreti mettono alla fine le due parti dell’affermazione e tralasciano quelle precedenti, ricordando una parte e trascurando perfidamente l’altra; come essi si sono allontanati dalla Chiesa, così dividono l’affermazione che appartiene a un solo capitolo. Infatti il Signore, convincendo i suoi discepoli alla concordia e alla pace, dice: «Vi dico che se due di voi si accorderanno sulla terra riguardo a qualsiasi cosa che chiederete, vi sarà concessa dal Padre mio, che è nei cieli. Infatti dove due o tre saranno riuniti nel mio nome, io sono insieme a loro».

Dimostrando che attribuisce moltissimo non alla quantità, ma all’unanimità di quelli che pregano, afferma «Se due di voi si accorderanno sulla terra». Infatti ha posto prima l’unanimità, ha premesso la concordia nella pace, ci ha insegnato con fermezza e lealtà ad andare d’accordo tra noi. Ma come può andare d’accordo con qualcuno, quello che non è d’accordo con il corpo stesso della Chiesa e con tutti i fratelli? Come possono riunirsi nel nome di Cristo due o tre che noi sappiamo essere separati da Cristo e dal suo Vangelo? Infatti non noi da loro, ma loro da noi si sono allontanati e poiché le eresie e gli scismi sono nati dopo, hanno abbandonato la guida e l’origine stessa della verità, mentre formano differenti piccole comunità loro proprie.

Ma il Signore parla della sua Chiesa e parla a quelli che sono nella Chiesa, perché possano ottenere dalla maestà di Dio ciò che chiedono, a patto che preghino in concordia, riuniti anche solo in due o tre, anche se sono soltanto due o tre di numero. Egli dice: «Dove saranno due o tre, io sono insieme a loro»; evidentemente affermò di essere insieme ai semplici e ai pacifici, insieme a quelli che temono Dio e osservano i precetti di Dio, insieme a questi due o tre. Allo stesso modo fu insieme ai tre fanciulli nella fornace ardente e, poiché i tre giovani rimanevano nella loro semplicità e nella loro reciproca concordia fedeli a Dio, li rianimò con un soffio di rugiada, mentre camminavano in mezzo alle fiamme. Allo stesso modo aiutò i due apostoli chiusi nella prigione, perché erano semplici, perché erano concordi. Il Signore stesso, dopo aver disserrato i cancelli del carcere, li condusse di nuovo in pubblico, perché annunciassero alla folla la parola che predicavano con fede.

Perciò quando nei suoi precetti afferma e dice: «Dove saranno due o tre, io sono insieme a loro», non allontana gli uomini dalla Chiesa che lui stesso ha costituito e ha fondato. Anzi, rinfacciando ai perfidi la loro discordia e affidando con le sue parole la pace ai credenti, dimostra di essere insieme a due o tre che pregano nella concordia, piuttosto che insieme a quei moltissimi che discutono tra loro, e che possono ottenere molto di più pochi con una preghiera concorde, che molti con una preghiera discorde.