Che la vita non venga tolta, ma trasformata: la speranza che si manifesta dinanzi a coloro che ci sono stati accanto in maniera significativa (da Claudio Magris)

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 31 /05 /2008 - 15:20 pm | Permalink | Homepage
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Dall’articolo di Claudio Magris, Noi e le parole della chiesa, apparso su La repubblica del 17 gennaio 2007, in risposta ad un articolo di Eugenio Scalfari del 21 dicembre 2006, che a sua volta faceva riferimento ad un primo articolo di Magris sul Corriere della sera del 18 dicembre

So che hai avuto di recente un profondo dolore [la morte della moglie Simonetta de Benedetti] e ti prego di sentirmi vicino. C’è una strana contraddizione, almeno per me, tra la serenità con cui (almeno nelle condizioni normali della nostra vita) si pensa, e anch’io penso, al momento in cui dovremo ritornare agli elementi – come dice un passo del tuo libro che cito di continuo – e lo strappo invece irrimediabile, inconciliabile che è costituito dalla perdita di coloro, che a lungo o no, ci sono stati accanto in modo significativo e sono comunque diventati parte di noi. E’ come se, in questo caso, riluttassimo al fatto che questa parte di noi, del nostro io, tornasse agli elementi. E qui forse la promessa religiosa che la vita non venga tolta, ma trasformata.