Contro la clericalizzazione e la laicizzazione (dalla presentazione del blog Piccolo Zaccheo)
Dalla presentazione del Blog http://piccolozaccheo.splinder.com/
Citando Giovanni Paolo II, la «cultura è il mezzo per cui l’uomo diventa più uomo, “è” di più… Una fede che non diventa cultura non è una fede pienamente accolta, interamente pensata, fedelmente vissuta» (Discorso al MEIC, 16 gennaio 1982).
Il nostro desiderio è innanzitutto quello di reagire a uno “scisma sommerso”. Non soltanto quello evocato qualche anno fa dal filosofo Pietro Prini, tra Magistero della Chiesa e fedeli, ma anche quello che vide profilarsi alla fine degli anni ’70 Maurice Clavel. Uno scisma tra due modelli ecclesiali, la Chapelle e l’Archipel (la Cappella e l’Arcipelago): da una parte una Chiesa arroccata su se stessa, chiusa a un confronto vitale col mondo e con la storia; e dall’altra una Chiesa sentimentale e stemperata nel mondo, ormai priva di forza e bellezza. Da una parte la sparizione delle opere, senza le quali la fede è morta; e dall’altra la sparizione della fede, che sola permette ai cristiani di realizzare la propria vocazione. Entrambi i modelli si fondano su una percezione disorganica della Chiesa: l’insieme dei fedeli non viene più concepito come un corpo animato dal medesimo Spirito. In questo senso, la Cappella punta a una clericalizzazione della Chiesa, e l’Arcipelago a una sua laicizzazione.
Citando Giovanni Paolo II, la «cultura è il mezzo per cui l’uomo diventa più uomo, “è” di più… Una fede che non diventa cultura non è una fede pienamente accolta, interamente pensata, fedelmente vissuta» (Discorso al MEIC, 16 gennaio 1982).
Il nostro desiderio è innanzitutto quello di reagire a uno “scisma sommerso”. Non soltanto quello evocato qualche anno fa dal filosofo Pietro Prini, tra Magistero della Chiesa e fedeli, ma anche quello che vide profilarsi alla fine degli anni ’70 Maurice Clavel. Uno scisma tra due modelli ecclesiali, la Chapelle e l’Archipel (la Cappella e l’Arcipelago): da una parte una Chiesa arroccata su se stessa, chiusa a un confronto vitale col mondo e con la storia; e dall’altra una Chiesa sentimentale e stemperata nel mondo, ormai priva di forza e bellezza. Da una parte la sparizione delle opere, senza le quali la fede è morta; e dall’altra la sparizione della fede, che sola permette ai cristiani di realizzare la propria vocazione. Entrambi i modelli si fondano su una percezione disorganica della Chiesa: l’insieme dei fedeli non viene più concepito come un corpo animato dal medesimo Spirito. In questo senso, la Cappella punta a una clericalizzazione della Chiesa, e l’Arcipelago a una sua laicizzazione.