Cristo e il mondo (da Romano Guardini)
Da Romano Guardini, La visione cattolica del mondo, Morcelliana, Brecsia, 1994, pp.31-32.
Il portatore della parola di Dio, che è in senso essenziale e compiuto Gesù Cristo, sta di fronte al mondo in una libertà fondata nell’aldilà. In ogni parola, in ogni atto e in tutto l’atteggiamento del Cristo noi avvertiamo che Egli è Signore di sé. In lui il Dio libero dal mondo parla sul mondo. Nell’incontro con Lui si svela la vera essenza del mondo; davanti a Lui il bene e il male si manifestano; davanti a Lui gli uomini traggono le conseguenze di ciò che è nell’intimo di essi, “i cuori diventano manifesti”. Egli è “altro” dal mondo; è “dall’alto”. Così Egli mette in questione il mondo e lo obbliga a rivelarsi. Egli è la grande alzata di sipario per cui il mondo mostra il proprio volto. Il criterio non coinvolto in esso, con il quale esso viene misurato. Il Cristo è essenzialmente Giudice e Giudizio del mondo. Ma nello stesso tempo Egli lo ama con un amore assolutamente forte, onnicomprensivo, creatore, un amore affatto diverso dal nostro. Questo amore viene da un punto di vista così elevato sopra il contingente e da una sorgente così profonda; calcola da una così grande altezza il punto dal quale propone a sé il suo oggetto; è così indipendente da egoismo e da sentimento; coglie il proprio oggetto talmente nel suo centro essenziale, che noi lo sentiamo venire dalla condizione della coscienza del Dio creatore e signore. In Cristo noi avvertiamo come Egli vede il mondo “nella sua interezza”; e vede giusto. Come Egli rivolge la parola alla persona con sicurezza, con rispetto e insieme indipendenza. Come Egli fa fronte in tutta fermezza alle esigenze del momento – il quale però è nello stesso tempo la “pienezza dei tempi” – con la coscienza d’una missione che è diretta proprio a quel momento. Il Cristo ha lo sguardo davvero pieno della Weltanschauung. Lo sguardo della Weltanschauung è lo sguardo di Cristo”.
(N.d.R. Weltanschauung significa "visione del mondo")
Il portatore della parola di Dio, che è in senso essenziale e compiuto Gesù Cristo, sta di fronte al mondo in una libertà fondata nell’aldilà. In ogni parola, in ogni atto e in tutto l’atteggiamento del Cristo noi avvertiamo che Egli è Signore di sé. In lui il Dio libero dal mondo parla sul mondo. Nell’incontro con Lui si svela la vera essenza del mondo; davanti a Lui il bene e il male si manifestano; davanti a Lui gli uomini traggono le conseguenze di ciò che è nell’intimo di essi, “i cuori diventano manifesti”. Egli è “altro” dal mondo; è “dall’alto”. Così Egli mette in questione il mondo e lo obbliga a rivelarsi. Egli è la grande alzata di sipario per cui il mondo mostra il proprio volto. Il criterio non coinvolto in esso, con il quale esso viene misurato. Il Cristo è essenzialmente Giudice e Giudizio del mondo. Ma nello stesso tempo Egli lo ama con un amore assolutamente forte, onnicomprensivo, creatore, un amore affatto diverso dal nostro. Questo amore viene da un punto di vista così elevato sopra il contingente e da una sorgente così profonda; calcola da una così grande altezza il punto dal quale propone a sé il suo oggetto; è così indipendente da egoismo e da sentimento; coglie il proprio oggetto talmente nel suo centro essenziale, che noi lo sentiamo venire dalla condizione della coscienza del Dio creatore e signore. In Cristo noi avvertiamo come Egli vede il mondo “nella sua interezza”; e vede giusto. Come Egli rivolge la parola alla persona con sicurezza, con rispetto e insieme indipendenza. Come Egli fa fronte in tutta fermezza alle esigenze del momento – il quale però è nello stesso tempo la “pienezza dei tempi” – con la coscienza d’una missione che è diretta proprio a quel momento. Il Cristo ha lo sguardo davvero pieno della Weltanschauung. Lo sguardo della Weltanschauung è lo sguardo di Cristo”.
(N.d.R. Weltanschauung significa "visione del mondo")