Gesù è stato in estremo oriente per conoscere le religioni orientali? (da Aleksandr Men')

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 13 /04 /2008 - 16:00 pm | Permalink | Homepage
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Da Aleksandr Men’, Io credo. Il Simbolo della fede, Nova millennium editrice, Roma, 2007, pp. 65-67.

La sua vita a Nazareth rimane un mistero. E voi sicuramente ne avete già sentito parlare, ed alcuni di voi mi hanno fatto domande al riguardo, se Egli non avesse passato questo periodo in Oriente, in India (adesso ci aggiungono pure il Giappone, ma in un altro contesto). Poteva succedere così? Beh, sapete, le persone hanno una particolarità inspiegabile: ognuno vorrebbe che Cristo fosse nato contemporaneamente in posti diversi. In America c'è il movimento dei mormoni, oppure dei cristiani dell'ultimo giorno. Loro ribadiscono che allorquando Cristo nacque e visse in Palestina, allo stesso tempo apparve, in modo misterioso, in America, e vi fondò un movimento nuovo. Qualcosa del genere raccontavano anche in Giappone. Infine vi è pure il cosiddetto Vangelo Tibetano, a narrare che Cristo venne in Tibet e in India. L'attendibilità del Vangelo Tibetano è infima, pieno com'è di anacronismi. È un'opera tarda, sicuramente apocrifa. E' possibile, Gesù avrebbe bene potuto andarci.

Ma questo non ha nessunissima importanza per una semplice ragione. Le grandi culture dell'Oriente, in particolare quella indiana, avevano le loro proprie idee filosofiche, e neanche una di queste si è mai rispecchiata nella predicazione del Cristo. Neanche una. Fra queste idee posso nominarne almeno due: la ahimsa, che significa non uccidere (vegetarianismo). Cristo non lo esige. E la seconda: la reincarnazione, un concetto specificamente indiano. Questo nel Vangelo non c'è. Inoltre, la forma stessa, la fraseologia, lo stile del Vangelo sono legati solo con l'Antico Testamento, e non con una qualche tradizione greca o indiana. Questi sono fatti storici, evidenti per ogni persona non prevenuta.

Il mistero del Cristo tuttavia non consiste nel fatto che Egli è Figlio del suo popolo, del suo tempo e del suo secolo. Il mistero del Cristo sta nel fatto che Egli si rivolge a ciascun uomo. Qui noi vediamo il contatto delle due dimensioni dell'essere. Lui è maestro? Sì, è Maestro. Ma un Maestro del tutto particolare, poiché venne quando l'Antico Testamento, questo libro sacro, veniva venerato come "Parola di Dio", e Lui stesso lo chiamava sacro. E che cosa fece Lui?

Lui disse: «Fu detto agli antichi, non uccidere. Ma lo vi dico, che anche l'ira è un peccato». Cioè Egli poneva la Propria Parola alla pari della Scrittura, e al di sopra di Essa.
Nell'Antica Alleanza, per salvaguardare la comunità dall'influenza dei pagani, era stato creato un complesso sistema di proibizioni alimentari. Cristo dice: non quello che entra nell'uomo lo contamina, ma quello che ne esce: la rabbia, l'invidia, la perfidia; tutto ciò risiede nell'uomo e ne esce. Egli considera cose del passato i divieti rituali che vigevano a quei tempi. Insomma Egli tratta la Parola di Dio da Signore, da Padrone che ha il diritto di poterla cambiare: E Io vi dico...