Compieta (da Romano Guardini)
R.Guardini, Appunti per un’autobiografia, Morcelliana, Brescia, 1986, pp.113-114.
La mia prima visita colà [nell’abbazia benedettina di Beuron] mi è rimasta profondamente impressa nella memoria. [...] La chiesa era scura, solo poche luci nel coro. I monaci stavano in piedi ai loro posti e intonavano a memoria i bei salmi della compieta che allora era sempre uguale. In tutta la chiesa dominava un mistero insieme di santità e salvezza. In seguito avrei costatato che la liturgia ha in sé molto di più potente e soggiogante; ma dapprincipio la porta della compieta immette più profondamente nel cuore del suo sacro mondo, che i portali delle grandi azioni liturgiche.
La mia prima visita colà [nell’abbazia benedettina di Beuron] mi è rimasta profondamente impressa nella memoria. [...] La chiesa era scura, solo poche luci nel coro. I monaci stavano in piedi ai loro posti e intonavano a memoria i bei salmi della compieta che allora era sempre uguale. In tutta la chiesa dominava un mistero insieme di santità e salvezza. In seguito avrei costatato che la liturgia ha in sé molto di più potente e soggiogante; ma dapprincipio la porta della compieta immette più profondamente nel cuore del suo sacro mondo, che i portali delle grandi azioni liturgiche.