Una storia economica non sarebbe storia (di G.K. Chesterton)
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Da Gilbert Keith Chesterton, L’Uomo Eterno (non è stato possibile controllare la fonte della citazione)
Le vacche possono obbedire a puri motivi economici, o almeno non si vedono fare altro che pascolare e cercare pascoli più abbondanti; ma appunto per ciò non leggeremo mai una storia delle vacche in dodici volumi. Capre e pecore possono fare della pura economia, almeno nella loro azione esterna; ma di fatto non si è mai vista una pecora protagonista d’epiche guerre o d’imperi degni d’essere tramandati ai posteri; e nemmeno il più attivo quadrupede ha mai ispirato un libro per bambini intitolato Auree gesta delle capre valorose, o qualche cosa di simile. Invece, gli eventi della storia sono ben lungi dall’essere economici; possiamo anzi dire che la storia inizi precisamente dove finiscono i motivi che possono determinare l’azione d’una pecora o d’una vacca. Sarebbe difficile sostenere che i crociati abbandonarono gli agi delle loro case per i rischi di una terra ignota né più né meno come la vacca abbandona il bosco per un terreno più confortevole. Sarebbe difficile sostenere che gli esploratori del Polo vanno verso il Nord per lo stesso motivo materialistico per cui le rondini vanno verso il Sud. E se si lasciano fuori della storia umana le guerre religiose e le avventure pericolose, essa finirà non solo di essere umana, ma di essere storia. Il profilo della storia è tutto fatto di queste curve e di questi angoli decisamente tracciati dalla volontà dell’uomo. Una storia economica non sarebbe storia.
