Il sesso emancipato dall’amore? (da Anna Porchetti)
Da Anna Porchetti, Amatevi finché morte non vi separi
A volerne dare una definizione semplice e funzionale, essere sessualmente libera vuol dire andare a letto con qualcuno, senza avere necessariamente delle valide ragioni per farlo. Le valide ragioni, oggi e in ogni tempo, sono sempre e comunque che quel qualcuno tu lo ami profondamente, che vuoi che faccia parte della tua vita, sogni che invecchierete insieme, circondati da figli e nipotini.
E invece no. Da un certo punto in avanti, ci hanno raccontato un’altra fiaba. La fiaba delle donne (e degli uomini) sessualmente liberi. Ma se il sesso non è una prigione, da cosa ci saremmo dovuti liberare? Se si chiama emancipazione sessuale, esattamente da cosa dobbiamo emanciparci?
Te lo dico io. Dall’amore. Dall’intimità vera. L'emancipazione sessuale è prendere il sesso e separarlo dai sentimenti, per renderlo nuovamente solo uno stimolo fisiologico, simile a quello che provano gli animali nella stagione dell’accoppiamento.
Ci hanno bombardato così tanto con questa idea che “emancipazione” e “libertà sessuale” significasse darsi al primo, al secondo, al terzo, al trentaduesimo uomo che passa, che — a un certo punto — tutto questo ha cominciato ad apparire normale.
A quel punto, avremmo dovuto insospettirci. Non serve scomodare un premio Nobel dell'economia per comprendere la regola alla base dell’inflazione: la sovrabbondanza di qualcosa ne riduce immediatamente il valore. Più il sesso è facilmente accessibile e meno vale in sé.
Diventa una cosa ordinaria. Non è più una meravigliosa ed esclusiva conquista per la vita. Se non è più una cosa unica e speciale, se non ha un fine unitivo ma solo ricreativo, allora il sesso perde quella magia che ci fa sentire finalmente una cosa sola, nello spirito e nel corpo.
Se provi a obiettare queste cose ovvie, qualcuno tenterà di raccontarti che, grazie a tutta questa libertà sessuale, le persone e in special modo le donne sono diventate felici, peccato che io, tutta questa felicità, non la vedo.
Vedo, invece, molte donne fantastiche impantanarsi in “situazioni sentimentali complicate”: e se la definizione l’ha inserita persino Facebook fra le opzioni per completare un account, è segno che sono davvero in tante».