Ciò che più spesso ci infastidisce di Chesterton è che vede senza fatica ciò che siamo riusciti solo ad intravedere vagamente a costo di laboriosa erudizione (da Étienne Gilson)
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Da Étienne Gilson, "Chesterton, Il Medioevo e la Riforma", Sept, Parigi, 17 marzo 1934, p. 3, cit. Ceferino Munoz
La portata e la profondità dell'influenza che Chesterton esercita in tutti i paesi di lingua inglese non è sufficientemente nota tra noi. Non è che non se ne parli: come potrebbe questo segno di contraddizione, piantato nel cuore stesso del protestantesimo anglosassone, non suscitare le proteste più forti? Chesterton vive nella controversia come nel suo elemento naturale; lo elevò addirittura alla dignità di genere letterario di alto rango. Incisivo, mordace, nascondendo la profondità sotto la più libera immaginazione, è sempre in movimento, affronta tutti gli attacchi e rivolge le proprie armi contro i suoi nemici con un genio tattico che è ammirato dagli intenditori. Un tale avversario è troppo pericoloso per non tentare di squalificarlo. Il rimprovero rivolto a lui, e che alcuni cattolici sono abbastanza codardi da sostenere, è che Chesterton non è serio. […] Chesterton diverte, Chesterton infastidisce; ma attenzione, ciò che più spesso ci infastidisce di lui è che vede e dice senza fatica ciò che siamo riusciti solo ad intravedere vagamente a costo di laboriosa erudizione.