Battiato e Dario Fo: «Nel 1980, alla fine di un’esibizione delirante con 5.000 persone, Dario Fo mi aspettò all’uscita del concerto. “I tuoi testi non mi piacciono”. E io risposi: “E a me che cazzo me ne frega?”»

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 30 /05 /2021 - 14:39 pm | Permalink | Homepage
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Da Franco Battiato: la musica, l'amore e l'idea della morte di un artista che non voleva essere chiamato «Maestro», di Mario manca su Vanity Fair del 18 MAGGIO 2021 https://www.vanityfair.it/music/storie-music/2021/05/18/franco-battiato-musica-morte-matrimonio-maestro-musica-frasi

Per qualcuno il vero Franco Battiato è quello dei primi anni, quello elettronico, sperimentale, ancora lontano dai circuiti che ne avrebbero decretato il successo più popolare. «Ho chiesto molto a quelli che mi seguono. Per me l’unica cosa che conta nella vita è la parte esistenziale, quella che ti mette alla prova: non mi interessano le conferme, essere rassicurante per il pubblico, dargli quello che vuole. Se fai questo tradisci il tuo ruolo che è quello di fare ciò che interessa a te, non quello che interessa a loro» ha raccontato in un’intervista a Repubblica, aggiungendo che la parte più importante del suo lavoro non è stata l’elettronica, ma la mistica. «Della critica me ne sono sempre fregato. La sincerità, invece, dipende dal garbo, dalla formula, dalla grazia. Poi se sei sincero fino a essere urticante devi aspettarti che anche l’altro possa rispondere con la stessa moneta. Nel 1980, alla fine di un’esibizione delirante con 5.000 persone, Dario Fo mi aspettò all’uscita del concerto. “I tuoi testi non mi piacciono”. E io risposi: “E a me che cazzo me ne frega?”. Eravamo sullo stesso piano, a quel punto».