Punizione dei malfattori che non fa gioire: per una visione cristiana (dal Beato Egidio di Assisi)
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dai Detti del Beato Egidio di Assisi (in attesa di conferma della fonte della citazione)
Una volta il beato Egidio compiangeva una città, di cui gli era stata annunciata la sanguinosa conquista. Si addolorava per la crudeltà dei vincitori e per la sorte dei vinti. Ma dopo aver detto che sopra di questi era da fare grande lamento, aggiunse: «È stato tuttavia Dio a permettere che gli uomini di quella città fossero puniti e confusi, perché tante volte, quando essi erano più forti dei loro vicini, usarono con questi un'enorme ferocia». Un frate gli disse allora: «Se Dio volle questo, noi non dobbiamo, come tu dici, compiangere gli abitanti della città, ma piuttosto rallegrarci della loro punizione, perché ogni uomo deve conformare la propria volontà a quella divina». Frate Egidio rispose: «Mettiamo che un re abbia fatto una legge, per la quale chiunque commetta un certo delitto sia decapitato o sospeso alla forca. Avvenga che lo commetta proprio il figlio del re, e che per sentenza del padre sia condotto al supplizio. Credi tu piacesse al re che la gente facesse festa e gridasse: "Godiamo che il re mandi a morte il suo figliolo". Sicuramente tale gioia non gli sarebbe cara, ma piuttosto lo ferirebbe. Lo stesso è in questo fatto.