La decostruzione filosofica dell’amore come corollario della decostruzione del gender… L’amore è crudele. L’amore è egoista. L’amore non capisce il dolore altrui. L’amore colpisce sempre sull’altra guancia (da Paul B. Preciado)
Per approfondimenti sulla questione del gender, vedi la sessione Famiglia, sessualità e affettività, omosessualità e gender, nella sezione Carità, giustizia e annunzio.
Il Centro culturale Gli scritti (16/2/2015)
«Vorrei festeggiare il 14 febbraio raccontando un segreto, diciamo che sarà il mio regalo di san Valentino. L’estate scorsa ho smesso di credere nell’amore, nell’amore di coppia. Non è stato un cambiamento progressivo. È arrivato all’improvviso, la struttura delle mie idee è cambiata e il mio desiderio si è modificato. O forse è stato il contrario: mi sono sorpreso a desiderare in modo diverso e le idee sono implose sotto il proprio peso.
Anche se sono ateo nei confronti di qualunque teologia e da un punto di vista filosofico metodicamente nominalista, l’amore aveva finora resistito all’ermeneutica del sospetto e agli attacchi della decostruzione. La retorica dell’amore era rimasta in me come un resto neoplatonico. Probabilmente ero anche influenzato dalle affermazioni di san Paolo che i cattolici leggono durante i matrimoni – senza sapere che si tratta di parole di incoraggiamento o di buon augurio. Non abbastanza lontani da san Paolo, nelle politiche gay, lesbiche e trans eravamo abituati a parlare del “diritto di amare”. E così il fluido normativo dell’amore entrava in noi, i paria del sistema sesso-genere.
È vero, non lo nego, tutto è cominciato quando mi sono separato dalla persona con cui avevo immaginato di vivere per sempre – con lei sono arrivato fino alle ultime conseguenze dell’ideologia dell’amore, ho accettato tutti gli effetti secondari della sua logica discorsiva. Ma non avrei mai immaginato di poter fare del dolore creato da questa rottura un apparato di verifica che potesse servire a qualcosa di diverso dal demolire le mie mattinate.
[…] un mattino di giugno mi sono alzato con una sola idea in testa, l’amore è un drone. Mentre pensavo già all’idea di cambiare il mio nome in Paul, mi sono visto mentre campionavo una versione punk della Lettera ai Corinzi.
Copio direttamente dal mio diario di giugno come se ricopiassi le parole di uno straniero: “L’amore è crudele. L’amore è egoista. L’amore non capisce il dolore altrui. L’amore colpisce sempre sull’altra guancia. L’amore rompe. L’amore distrugge. L’amore è volgare. L’amore è una forbice. L’amore taglia. L’amore è una scure. L’amore è bugiardo. L’amore è ingannevole. L’amore è avido. L’amore è un banchiere. L’amore è pigro. L’amore è geloso. L’amore è orgoglioso. L’amore vuole tutto. L’amore è una pompa di estrazione. L’amore è vorace. L’amore è astratto. L’amore è un algoritmo. L’amore è meschino. L’amore è un uncino. L’amore è un Leviatano. L’amore è arrogante. L’amore brucia. L’amore è un’arma biologica. L’amore è aggressivo. L’amore è irascibile. L’amore colpisce duro. L’amore è una bomba a grappolo. L’amore è una frusta. L’amore è capriccioso. L’amore è impaziente. L’amore è invidioso. L’amore non conosce la moderazione. L’amore è vanitoso. L’amore è un drone e san Valentino è un soldato che si diverte a sparare su uno schermo”».
Così scrive Paul B. Preciado nell’articolo San Valentino è uno schifo, pubblicato su Internazionale del 14/2/2015.
Wikipedia (15/2/2015) presenta l’autore, nelle prime due righe della voce, scrivendo: «Paul Preciado precedentemente noto come Beatriz (Burgos, 1970) è un filosofo spagnolo che si occupa di teoria queer».