Sta fuggendo dalla sua strada perché è di gran lunga troppo emozionante. È emozionante perché è impegnativa; è impegnativa perché è vitale (da Gilbert Keith Chesterton)
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da Gilbert Keith Chesterton, Eretici, Lindau, Torino, 2010, pp. 147-148
Se domani mattina la neve ci bloccasse nella strada in cui abitiamo, d'improvviso entreremmo in un mondo molto più ampio e convulso di quello che abbiamo mai conosciuto. E l'uomo tipicamente moderno si sforza in ogni modo di fuggire dalla strada dove abita. Prima, inventa l'igiene moderna e va a Margate. Poi inventa la cultura moderna e va a Firenze. Poi inventa l'imperialismo moderno e va a Timbuctù. Si spinge fino ai confini più fantastici della terra. Osa sparare alle tigri. Quasi sta a cavalcioni di un cammello. In tutto questo, sta essenzialmente fuggendo dalla strada in cui è nato; e riguardo a questa fuga, è sempre pronto con la sua spiegazione. Dice che sta fuggendo dalla sua strada perché è tediosa; mente. In realtà, sta fuggendo dalla sua strada perché è di gran lunga troppo emozionante. È emozionante perché è impegnativa; è impegnativa perché è vitale. Egli può visitare Venezia perché per lui i veneziani sono solo veneziani; le persone nella sua strada sono uomini. Può fissare i cinesi perché per lui i cinesi sono solo una cosa passiva da fissare; se fissa la vecchia signora nel giardino accanto, la vecchia signora diventa attiva. In breve, è costretto a fuggire dalla società troppo stimolante dei suoi eguali, di uomini liberi, perversi, originali, consapevolmente diversi da lui. La strada di Brixton è troppo animata e travolgente. Egli deve darsi consolazione e acquietarsi fra tigri e avvoltoi, cammelli e coccodrilli.