Il primato di Dio e il Vaticano II (da Benedetto XVI)
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da Papa Benedetto XVI – Il Circolo degli studenti – Card. K. Koch, Il Concilio Vaticano II. L’ermeneutica della riforma, LEV, Città del Vaticano, 2013, pp. 190-192
Prima di venire qui mi sono ricordato che all'inizio del Concilio il Cardinale Frings mi ha ripetutamente detto: « Ci siamo ritrovati più volte nella conferenza dei vescovi per riportare ciò che succede nel Concilio. A questo punto il vecchio vescovo Buchberger di Regensburg (allora aveva ottantasette anni ed è morto nel 1961) disse: «Si deve parlare di Dio. Si tratta di Dio, questo è l'essenziale». Questo ha molto colpito il cardinale Frings. Ma in quel momento non fu possibile inserirlo nel Concilio.
Per chiarire la mia situazione: certo mi era chiaro che Dio è il centro. Ma d'altro canto allora abbiamo anche creduto: è la certezza assoluta del mondo, non abbiamo bisogno di parlarne. I problemi urgenti sono la comprensione della Chiesa a partire dalla scrittura e dalla patristica, cioè rendere possibile una nuova comprensione e vita della Chiesa (costituzione ecclesiale Lumen gentium), la comprensione della Parola di Dio e quindi la connessione di scrittura, tradizione e odierno magistero (costituzione dogmatica Dei Verbum), il rapporto della Chiesa con il mondo e il luogo concreto della Chiesa, la nuova comprensione della liturgia (costituzione pastorale Gaudium et spes e in particolar modo la costituzione sulla sacra liturgia (Sacrosanctum Concilium). Così eravamo occupati con questi aspetti concreti e abbiamo chiarito forse troppo poco che la questione era qualcosa di semplice: Dio. Che non è solo un demiurgo ma che è con noi e a noi si è rivolto.