Il buongiorno, di John Donne
John Donne, The Good-Morrow (Il buongiorno) - 1572-1631; cresciuto in una famiglia cattolica, fu poi poeta e decano della cattedrale di St. Pauls a Londra
In verità mi chiedo che cosa abbiamo fatto
io e te, prima di amarci. Non eravamo svezzati fino allora?
Succhiavamo rustici piaceri, come neonati?
O russavamo nell’antro dei sette dormienti?
Era così. Salvo il presente, tutti i piaceri non sono che fantasie.
Se mai ho visto bellezza
che desiderai e possedetti, non fu che sogno di te.
E allora buongiorno alle nostre anime che si destano,
che non si vegliano a vicenda per timore;
poiché l’amore frena ogni amore di altra vista,
e fa di una stanza angusta un universo.
Lascia che esploratori abbiano scoperto per mare nuovi mondi,
che le carte mostrino ad altri mondi e mondi;
a noi il possesso di uno solo, ciascuno ha un mondo, ed è un mondo.
Il volto mio nell’occhio tuo, il tuo nel mio appare,
e cuori semplici e sinceri risiedono nei volti;
dove trovare due migliori emisferi
senza aspro Nord, senza declinante Occidente?
Quello che muore, è fatto di parti inegualmente commiste;
se i nostri due amori sono uno, o tu ed io
nutriamo un amore uguale, che nessuno è in difetto,
nessuno dei due amori può morire.