Natale (da Joseph Ratzinger-Benedetto XVI)
E che cosa si potrebbe dire e pensare di più grande sull’uomo del fatto che Dio stesso si è fatto uomo?
(dall'omelia di Benedetto XVI nella messa del 29 settembre 2007)
Non vogliamo credere che la verità è bella. In base alla nostra esperienza alla fine la verità il più delle volte è crudele e sporca. E quando per una volta non sembra essere così, allora ci mettiamo a scavare fino a che non vediamo confermati i nostri sospetti.
Una volta è stato detto dell’arte che è al servizio del bello, e che il bello a sua volta è splendor veritatis, splendore di verità, la sua luce interiore. Ma oggi l’arte il più delle volte ritiene che il suo compito più alto sia quello di smascherare l’uomo come essere immondo e disgustoso. Se pensiamo ai drammi di Bertolt Brecht, ci accorgiamo che anche in essi tutto il genio del poeta è teso a svelare la verità, ma non più per mostrarne la luce, bensì per dimostrare che la verità è sporca, che la sporcizia è la verità. L’incontro con la verità non nobilita più, anzi degrada. Da ciò il dileggio sul Natale, la derisione della nostra gioia. E in effetti, se Dio non esiste, non c’è alcuna luce, c’è solo terra sporca. In questo consiste la verità davvero tragica di una simile "poesia".[...]
Egli è venuto come un bambino per vincere la nostra superbia. Forse ci saremmo arresi più facilmente di fronte alla potenza, di fronte alla saggezza. Ma egli non vuole la nostra resa, vuole il nostro amore. Vuole liberarci dalla nostra superbia e renderci così veramente liberi. Lasciamo dunque che la gioia di questo giorno pervada la nostra anima. Non è un’illusione. È la verità. Perché la verità –la più alta, la più autentica- è bella. Ed è buona. Incontrarla fa bene agli uomini. La verità parla con le parole del bambino che è il figlio di Dio.
Dall’omelia dell’allora cardinal J.Ratzinger per il Natale 1977, in J.Ratzinger-Benedetto XVI, Sul Natale, Lindau, 2005, pp.65-66
(dall'omelia di Benedetto XVI nella messa del 29 settembre 2007)
Non vogliamo credere che la verità è bella. In base alla nostra esperienza alla fine la verità il più delle volte è crudele e sporca. E quando per una volta non sembra essere così, allora ci mettiamo a scavare fino a che non vediamo confermati i nostri sospetti.
Una volta è stato detto dell’arte che è al servizio del bello, e che il bello a sua volta è splendor veritatis, splendore di verità, la sua luce interiore. Ma oggi l’arte il più delle volte ritiene che il suo compito più alto sia quello di smascherare l’uomo come essere immondo e disgustoso. Se pensiamo ai drammi di Bertolt Brecht, ci accorgiamo che anche in essi tutto il genio del poeta è teso a svelare la verità, ma non più per mostrarne la luce, bensì per dimostrare che la verità è sporca, che la sporcizia è la verità. L’incontro con la verità non nobilita più, anzi degrada. Da ciò il dileggio sul Natale, la derisione della nostra gioia. E in effetti, se Dio non esiste, non c’è alcuna luce, c’è solo terra sporca. In questo consiste la verità davvero tragica di una simile "poesia".[...]
Egli è venuto come un bambino per vincere la nostra superbia. Forse ci saremmo arresi più facilmente di fronte alla potenza, di fronte alla saggezza. Ma egli non vuole la nostra resa, vuole il nostro amore. Vuole liberarci dalla nostra superbia e renderci così veramente liberi. Lasciamo dunque che la gioia di questo giorno pervada la nostra anima. Non è un’illusione. È la verità. Perché la verità –la più alta, la più autentica- è bella. Ed è buona. Incontrarla fa bene agli uomini. La verità parla con le parole del bambino che è il figlio di Dio.
Dall’omelia dell’allora cardinal J.Ratzinger per il Natale 1977, in J.Ratzinger-Benedetto XVI, Sul Natale, Lindau, 2005, pp.65-66