Libero arbitrio: noi siamo in certo modo i padri di noi stessi (da San Gregorio di Nissa)
dalle Omelie sull'Ecclesiaste di san Gregorio di Nissa, vescovo (Om 6; PG 44, 702-705)
"C'è un tempo per nascere", dice "e un tempo per morire" (Qo 3, 2). Voglia il cielo che sia concesso anche a me di nascere al tempo giusto e di morire al momento più opportuno. Noi infatti siamo in certo modo padri di noi stessi, quando per mezzo delle buone disposizioni di animo e del libero arbitrio, formiamo, generiamo, diamo alla luce noi stessi. Questo poi lo realizziamo quando accogliamo Dio in noi stessi e diveniamo figli suoi, figli della virtù e figli dell'Altissimo. Mentre invece rimaniamo imperfetti e immaturi, finché non si è formata in noi, come dice l'Apostolo, "l'immagine di Cristo". È necessario però che l'uomo di Dio sia integro e perfetto. Ecco la vera nascita nostra. "C'è un tempo per morire". Per san Paolo ogni tempo era adatto per una buona morte. Grida infatti nei suoi scritti: "Ogni giorno io affronto la morte" (1 Cor 15, 31) e ancora: "Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno" (Rm 8, 36). E proprio in noi stessi portiamo la sentenza di morte. È chiaro poi in che modo Paolo muoia ogni giorno, egli che non vive per il peccato, ma mortifica il suo corpo e porta sempre in se stesso la mortificazione del corpo di Cristo, ed è sempre crocifisso con Cristo, lui che non vive mai per se stesso, ma porta in sé il Cristo vivente. Questa, secondo me, è stata la morte opportuna che ha dato la vera vita. Infatti dice: Io farò morire e darò la vita (cfr. Dt 32, 39) perché ci si persuada veramente che è un dono di Dio esser morti al peccato e vivificati nello spirito. La parola di Dio, infatti, promette la vita proprio come effetto della morte.