Lia e Rachele, Marta e Maria, vita attiva e vita contemplativa (da Gregorio Magno)
da Gregorio Magno, Lettere I, 5, Città Nuova Editrice, Roma, 1996, p. 117
Amai la bellezza della vita contemplativa come una Rachele sterile, ma veggente e bella: essa è meno feconda, per la sua quiete, ma penetra più a fondo nella luce. Invece, non so per quale giudizio di Dio, di notte si è congiunta con me Lia, cioè la vita attiva, feconda ma cisposa, che vede meno ma partorisce di più.
Mi ero affrettato a sedere con Maria ai piedi del Signore a raccogliere le parole delle sue labbra, ed ecco sono costretto a sfaccendare come Marta, negli impegni esteriori, e a occuparmi di molte cose. Avendo espulso da me, come pensavo, una legione di demoni, volli dimenticare gli amici che conobbi, volli riposare ai piedi del Signore, ed ecco che, per quanto io sia riluttante e costretto, mi si dice: ‘Ritorna nella tua casa e annunzia quanto il Signore ha fatto per te’ (Marco 5, 19).
Ma come può uno, fra tante preoccupazioni terrene, predicare le meraviglie del Signore, dal momento che mi riesce ormai difficile anche il pensarvi? Premuto in questo ufficio dal tumulto delle faccende temporali, mi riconosco nel numero di coloro dei quali è scritto: ‘Mentre salivano in alto tu li abbassavi’ (Salmo 72, 18).