Lo stolto non fece nulla, il saggio lavorò il grano e ne fece pane: Scrittura e tradizione nel pensiero ebraico (dal Seder Elijahu Zuta)
Seder Elijahu Zuta, 2
Una volta ero in cammino lungo una strada e un uomo si accostò a me. Egli venne a me aggressivamente, con il genere di argomento che conduce all’eresia [si può pensare a un Sadduceo; forse anche ai Sadducei moderni che interpretano la Bibbia solo in modo storico-critico?!]. Quell’uomo accettava la Torah scritta, ma non la Torah orale (letteralmente: la Mishnah). Mi disse: La Torah scritta fu data a noi sul monte Sinai; la Torah orale non fu data a noi sul monte Sinai. Io gli dissi: Figlio mio, non furono forse pronunciate sia la Torah scritta che la Torah orale dall’Onnipotente? E allora che differenza c’è fra la Torah scritta e la Torah orale? A che cosa si può paragonare questo? A un re mortale che aveva due servi; li amava ambedue di amore perfetto; consegnò a ciascuno una misura di grano e una matassa di lino. Il servo saggio che cosa fece? Prese il lino e ne confezionò un pezzo di stoffa; poi prese il grano e ne fece della farina, la purificò, la macinò, la impastò, la fece cuocere nel forno e la mise in tavola. Poi la coprì con la stoffa e lasciò così finché il re fosse venuto. Il servo stolto invece non fece assolutamente nulla.
Dopo alcuni giorni il re tornò da un viaggio, entrò nella sua casa e disse loro: Figli miei, portatemi ciò che vi ho dato. L’uno mostrò il pane fatto con la farina sulla tavola con la stoffa distesa sopra, e l’altro mostrò il grano ancora nel contenitore, con la matassa di lino sopra; ahimè per sua vergogna, ahimè per sua disgrazia! Ora, quando il Santo, Egli sia benedetto, donò la Torah a Israele, non la donò loro se non come grano, perché ne facessero uscire farina, e come lino perché ne facessero uscire un vestito.