Perché gli apostoli non vengono chiamati sacerdoti nel NT (da Giancarlo Biguzzi)
da G. Biguzzi, Dispense dal titolo Il Sacerdozio del Cristo in Ebrei, presso la Pontificia Università Urbaniana
«[I ministri cristiani] non ricevono nel NT il titolo di sacerdoti. La cosa si capisce senza difficoltà: i titoli dei dirigenti della Chiesa primitiva furono scelti in un tempo in cui la dottrina del sacerdozio di Cristo non era stata ancora elaborata. Siccome le loro funzioni erano molto diverse da quelle dei sacerdoti del tempo, ebrei o pagani, l’idea di chiamarli sacerdoti non poteva venire in mente. Dopo l’elaborazione della cristologia sacerdotale del ministero cristiano diventava possibile, anzi necessaria. Essa si fece strada in modo quanto mai naturale nel tempo posteriore al Nuovo Testamento. Nel Nuovo Testamento stesso è soltanto suggerita» (A. Vanhoye, «Sacerdozio», 1398).
– Per chi conosceva il tempio di Gerusalemme e le sue celebrazioni sacrificali, infatti, i sacerdoti erano collegati con l’uccisione degli animali (quando l’offerente era in stato di impurità, Ez 44,11; 2Cr 30,17), erano collegati con la manipolazione del sangue che era la parte più santa della vittima (Lv 17,11.14) e con la collocazione sopra l’altare delle carni offerte a Dio. Scrive per esempio R. De Vaux: «Le prêtre est donc très proprement le “ministre de l’autel” … par (…) évolution (…), l’action sacrificielle leur [= ai sacerdoti] a été de plus en plus réservée, elle est devenue une fonction essentielle et, conséquemment, la ruine du Temple [nell’anno 70 d.C.] a marqué la fin de leur influence : la religion de la Tôra a remplacé le rituel du Temple et les prêtres ont été supplantés par le rabbins» (R. De Vaux, Les institutions de l’AT, vol. II, 210).
- Si può dunque davvero pensare che coloro che presiedevano l’Eucaristia non sono stati chiamati «sacerdoti» perché non avevano a che fare né con l’altare del tempio di Gerusalemme, né con il sangue o con le carni degli animali offerti in sacrificio.