Da che mondo è mondo questo deve fare un padre: opporsi al figlio (da Antonio Polito)
da Antonio Polito, Contro i papà. Come noi italiani abbiamo rovinato i nostri figli, Rizzoli, Milano, 2012, pp. 11-12
Questo è un libro contro i padri. Non contro i padri che abbiamo avuto, ma contro i papà (e i papi e i papini e i paponi) che siamo stati e siamo. I padri che abbiamo avuto, come il mio, hanno fatto il loro. Non che ci fossero molto, né che noi gli abbiamo permesso di esserci tanto, nelle nostre vite: non disponevano di tutto il tempo libero di cui disponiamo noi, all'epoca loro il pane era nero e la fatica tanta. Non dico dunque che ci aiutarono con il loro esempio, con i loro consigli, con la loro guida, tranne in rari ed encomiabili casi.
Ma si prestarono a fare ciò che da mondo è mondo un padre deve fare: opporsi al figlio. Diventarne la controparte. Incarnare uno stile di vita diverso. Impersonare il passato. Consentire che il figlio gli si rivolti contro, e così facendo conquisti la sua emancipazione. Perché se non hai un padre da cui allontanarti, non c'è modo di avvicinarti all'età adulta e al futuro. Io me ne sono accorto perfino fisicamente quando mio padre se n'è andato: era stato proprio sfidando la sua autorità morale, ribellandomi a quel costante richiamo al senso del dovere ora scomparso insieme con lui che ho costruito l'individuo che sono. Per questo è così doloroso perdere i padri, per questo dopo ci sentiamo così soli.